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Clubhouse apre la strada, Telegram la imbocca con Voice Chats

Clubhouse sotto attacco? Ecco la sensazione dominante in questa settimana che ci sta conducendo verso il secondo mese di permanenza nel social audio più in voga del momento. Tra spettacoli teatrali in formato solo audio e trasmissioni radio on-demand di alta qualità.

Telegram vs. Clubhouse. Ovvero: può il sistema di messaggistica più sicuro del mondo minacciare il primato di Clubhouse sul terreno della comunicazione audio?

È stata proprio questa la notizia che ha creato qualche preoccupazione nei più affezionati utenti di Clubhouse in quest’ultima settimana. Venerdì 19 è infatti arrivata una notifica sui cellulari degli utenti di Telegram che ha informato circa il potenziamento del servizio “Voice Chats”.

Dice il titolo del comunicato: “Voice Chats 2.0 – Canali, Milioni di ascoltatori, Chat registrate, Strumenti per gli amministratori”. È bastato questo per seminare il panico fra le stanze di Clubhouse. Ma di cosa si tratta veramente?

Da dicembre scorso il sistema di messaggistica Telegram aveva introdotto, in sovrapposizione ai classici messaggi scritti, un sistema di conversazioni audio legate ai gruppi. Cioè i responsabili di un gruppo potevano attivare delle chat audio simili per struttura alle stanze di Clubhouse, ciò per condividere argomenti e messaggi utilizzando la voce. Da venerdì scorso questa funzione è stata potenziata estendendola ai canali (elementi che – in modo non troppo sovrapponibile – potrebbero essere accomunati ai club di Clubhouse) e dotandola di caratteristiche che rendono questo mezzo molto più efficace.

Abbiamo provato le funzionalità di questa applicazione e – senza ombra di dubbio – la qualità audio e la gestione del servizio potrebbero rappresentare buoni esempi da seguire anche per gli sviluppatori di Clubhouse.

Telegram, sappiamo bene, si appoggia su uno staff eccezionale dal punto di vista informatico, e non solo per le caratteristiche di sicurezza garantite. Ma andiamo per ordine.

Come amministratori, all’interno di un gruppo o di un canale, è possibile iniziare ora una conversazione audio estesa a un numero illimitato di utenti. Ben oltre gli attuali 8000 previsti dall’applicazione di Paul Davidson e Rohan Seth.

Le conversazioni vengono comunicate tramite inviti ai membri dei gruppi o dei canali e il sistema di accesso è deciso dall’utente: ognuno può accedere con il proprio account name, oppure con il nome di un canale/gruppo di appartenenza (ciò è stato pensato per evitare che una personalità famosa si trovi improvvisamente inondata di centinaia o migliaia di messaggi dai suoi fan). Altra funzionalità, questa, che potrebbe essere suggerita al gruppo di sviluppatori di Oakland.

Ma la funzione forse più interessante – e che distingue strutturalmente Telegram da Clubhouse – è la possibilità insita nel sistema di registrare le conversazioni audio.

Attivando i tre punti in alto a destra della schermata della chat si accede a un menu attraverso cui è possibile avviare e fermare una registrazione. Tutte le chat in registrazione sono riconoscibili da un punto rosso che si attiva al momento della registrazione. Il file viene automaticamente dirottato nei “messaggi salvati” dell’applicazione.

Non c’è nella Chat Audio di Telegram quella distinzione che c’è fra chi è sul palco o sulla platea degli speaker di Clubhouse. C’è chi parla e chi non parla. Chi viene silenziato automaticamente quando non parla, può alzare la mano qualora voglia intervenire. L’animazione dinamica è molto simpatica e attrae immediatamente l’attenzione dei moderatori.

 

Controllo dei volumi e strumenti dei moderatori

Ulteriore caratteristica non presente nelle room di Clubhouse è la gestione del volume dei diversi partecipanti alla chat, che permette ai moderatori di regolarizzarne l’altezza. Un modo per evitare scompensi nell’ascolto e nell’eventuale registrazione.

Una serie di potenzialità, dunque, che dimostrano come Telegram parta da un livello molto elevato di preparazione tecnica dei suoi sviluppatori, anche se la filosofia di base da cui prende via questa nuova release si innesti su elementi che la distanziano grandemente da quelli di Clubhouse.

Telegram è un sistema di messaggistica instantanea che si è evoluto nel tempo, mantenendosi però sempre fedele alla sua struttura originaria. Clubhouse parte invece dall’immediatezza della comunicazione audio. Il frequentatore dell’app di Alpha Exploration non scrive, non registra e lascia i suoi messaggi alla balia e all’evanescenza del momento che fugge. E questo la rende unica nel suo genere.

Novità (poche) dalla Townhall di Clubhouse

Non si è detto molto di importante in occasione della recente Townhall del 21 marzo. Eppure qualche elemento di novità è da segnalare.

Primo fra tutti il suggerimento da parte di @Paul di mettersi in contatto direttamente con il servizio d’assistenza nel caso in cui si decida di invitare un numero di potenziali utenti che, ad esempio, facciano parte di una comunità già esistente su altri social. Ciò permetterebbe di agevolare le attuali restrizioni agli inviti (limitati, al momento, a un numero minimo per utente).

Ulteriori informazioni sono state quelle che Clubhouse sta potenziando la lista dei topic al momento ancora fortemente limitata e il sistema di tracciabilità degli utenti nelle loro attività all’interno del social. La frequentazione di una stanza verrà d’ora in avanti considerata anche se l’utente non segue chi l’ha organizzata e/o moderata.

Una domanda espressa da numerose persone è stata quella con argomento analytics. Non esistono ancora applicazioni sviluppate dallo staff di Alpha Exploration, visto che i co-fondatori stanno ancora valutando la reale validità di una tali applicazioni. Per il momento esistono versioni beta di terze parti (come quella italiana che abbiamo citato la settimana scorsa e che sta migliorando di giorno in giorno: clubtrack.me).

E, a proposito di terze parti, è apparsa una versione Android dell’app di Clubhouse, naturalmente non riconosciuta dall’azienda produttrice e con evidenti limitazioni nelle potenzialità di utilizzo. Si può interagire con un’interfaccia praticamente simile a quella di Clubhouse per IoS, ma manca il controllo del volume, non si possono creare stanze e – questo è solo un sospetto non suffragato ancora da prove certe – fa rischiare agli utilizzatori una sospensione temporanea dell’account. Per la versione ufficiale per ambiente Android dovremo aspettare “a couple of months” (un paio di mesi) così come dichiarato da @Paul. Dichiarazione generica, che potrebbe significare attese anche superiori ai sessanta giorni.

Musica, teatro e flash mobs

Lasciando per un attimo le delizie tecniche, eccoci sui risvolti artistico-sociali di Clubhouse. Dopo quasi due mesi di frequentazione è interessante notare come gli atteggiamenti e le abitudini degli utenti siano gradualmente cambiate. Dal periodo iniziale in cui la frenesia dei nuovi arrivati era indirizzata alla valutazione degli elementi di monetizzazione e di sfruttamento commerciale del nuovo social audio, ormai le abitudini si sono consolidate e, finalmente, hanno preso corpo manifestazioni di tipo diverso: teatrali e artistiche in genere ma anche con lo scopo di offrire contenuti musicali di livello.

È il caso, ad esempio, del club ?? Musica Italiana Clubhouse”, un gruppo organizzato da Francesco Altobelli (@ondesonore), CEO di Ondesonore Records, che ha inaugurato una serie di programmi di musica italiana, seguendo da presso il recente festival di Sanremo e offrendo agli utenti ore di piacevole fruizione musicale. Di recente, con un’abilità frutto di anni di esperienza radiofonica e discografica, il club è riuscito a offrire musica on-demand a un livello di eccellente qualità sonora, in tempi quasi istantanei rispetto alle richieste dei partecipanti. Un risultato di grande soddisfazione che apre infinite porte all’inventiva e al broadcasting musicale sulla piattaforma.

Altro elemento di grande rilevanza sono le attività teatrali del duo Luca Argentero (@lucaargentero) e Marco Salom (@superangel77), che hanno riscosso un notevole successo nelle ultime settimane. In un momento di chiusura forzata dei teatri e degli spazi dedicati allo spettacolo, la dimensione audio offerta da Clubhouse si sta configurando sempre più come un’alternativa vincente, che permette agli attori e ai professionisti dello spettacolo di riscattare il momento di forzata inattività; tutto rigorosamente non registrato, in tempo reale, seguendo la filosofia di Clubhouse.

Un’attività coreografica, infine, che da qualche tempo sta facendo parlare di sé è quella che si riscontra nelle stanze di Clubhouse soprattutto nelle ore serali. Si tratta di flash mob organizzate da gruppi dalle notevoli capacità artistiche, che si presentano nelle stanze sostituendo la propria immagine del profilo con icone tematiche (membri della famiglia Addams, personaggi del film Pulp Fiction, supereroi della Marvel Comics) oppure presentandosi come lettere dell’alfabeto col fine di comporre frasi di effetto in platea. Appena tollerati all’inizio, ultimamente stanno riscuotendo notevole successo e, come spesso accade, stanno diventando una moda. Una moda effimera, certo, ma che arricchisce di una dimensione visiva quel social che – per filosofia – è solo ed esclusivamente audio.

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1 COMMENTO

  1. Dire che questi siano i più sicuri sistemi al mondo è una bufala. In tutto ciò che è gratis il prodotto sei tu. Tutto ciò che passa in un server viene preso da chi lo gestisce è utilizzato, tutti i messaggi vengono venduti.
    L’unica app sicura deve essere fatta in Blockchain come GSTelecom, stesso sistema delle criptovalute. Il messaggio viene scompost ed è impossibile sapere chi lo manda chi lo riceve e cosa cè scritto.

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