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Clubhouse si prepara alla musica e accoglie Bill Gates

Fra assicurazioni sulla sicurezza e monetizzazione da parte dei fondatori, Clubhouse procede verso il tetto di 15 milioni di utenti in tutto il mondo. Compreso Bill Gates

Siamo arrivati al primo mese di navigazione su Clubhouse, il social audio più in voga negli ultimi tempi. Le grandi community della piattaforma festeggiano il primo mese di attività, rompendo con l’esclusività vocale e presentandosi agli amici e collaboratori in un miscuglio di audio e video di grande coinvolgimento. Feste che rimbalzano da Clubhouse a Zoom sconvolgendo l’unilateralità di un mezzo che ha fatto della voce il suo cavallo di battaglia.

Ma qual è la sensazione da parte di chi sta veramente credendo in questa piattaforma social e che – in modo molto serio e organizzato – dedica spazi di discussione sempre diversi, che coinvolgono ormai migliaia di utenti?

L’abbiamo chiesto ad Aldo Pecora (@aldopecora), giornalista e fondatore con Giovanni Mattiazzo (@giovannimattiazzo) di una delle stanze italiane di maggiore successo su Clubhouse, “Caffè e argomento ☕️+?”. Una stanza che apre alle 7 del mattino e che si mantiene aperta, seguendo la corrente dei pensieri e degli argomenti, per le successive 12 ore. Un lungo percorso fatto di sacrifici, ma anche di grandi soddisfazioni.

Caffè e argomento ☕️+?

La sensazione è davvero quella di un’esperienza bellissima e, per me, un grande investimento in termini professionali – dichiara Aldo Pecora -. La cosa meravigliosa è che questa piattaforma è davvero una livella che restituisce merito ai contenuti. Si tratta di un’esperienza appagante sia come moderatori sia come partecipanti. Come moderatori sapendo rinunciare a esporsi, ascoltando, capendo e mostrando a chi partecipa alle conversazioni di comprendere a fondo quello che ognuno ha da dire, traghettandolo verso contenuti sempre diversi e sempre nuovi; come partecipanti, riuscendo a esprimere in modo democratico le proprie idee, in un consesso eterogeneo per preparazione e competenza come difficilmente si può trovare altrove”.

Una miriade di argomenti, dunque, che cambiano di continuo per 12 interminabili ore.

La scelta di organizzare una room dove gli argomenti sono completamente random è un qualcosa di tremendamente difficile: bisogna essere in grado di gestirli, indirizzarli, approfondirli e di modificarli in corso d’opera. È difficile ma, al tempo stesso, molto divertente. La sfida continua di passare da temi di attualità alle routine quotidiane, dalla politica alla musica, dalla cronaca (anche nera) al cibo, dall’economia alla filosofia e alla psicologia è la parte più bella e gratificante di questo viaggio. Tutto ciò trovandosi a parlarne con chiunque, dall’esperto allo studente, dalla casalinga al vip, e riuscire a farlo livellando le differenze, sempre garantendo la neutralità di quello che si dice e sempre consentendo a tutti di esprimersi liberamente”.

Quello in Clubhouse è un viaggio che sta modificando radicalmente la vita di chi passa ore all’interno della piattaforma, con un time consuming che – a volte – può diventare preoccupante. Lo vediamo noi giornalisti che monitoriamo il social network dall’interno e per voi?

Qualcosa è cambiato radicalmente nelle mie giornate e – nonostante fossi già chi sono – molto sta cambiando nel mio modo di intendere il mestiere del giornalista in questo nuovo tempo della storia. Forse riesco ad immaginare dove arriveremo con Clubhouse nel futuro, ma per il momento quello che voglio è godermi il viaggio e farmi trasportare da questa nuova, incredibile esperienza”.

In attesa delle nuove versioni dell’app

Per il momento dunque, in Italia, si festeggia. Ma, al di là della parentesi video offerta dalla festa digitale di “Caffè e argomento ☕️+?“, le dimensioni esclusivamente audio del social rimangono sempre la colonna portante del social network. Lo ha dichiarato espressamente Paul Davidson (@paul) nel consueto appuntamento settimanale con gli utenti, domenica 28 febbraio.

Le migliorie presenti nelle prossime release (ne sono previste due entro la fine della prossima settimana) terranno conto di miglioramenti sostanziali in ambito audio, permettendo non solo di trasmettere con alta qualità la voce parlata, ma anche le estensioni musicali, siano esse canore o strumentali.

Sì, perché come abbiamo già detto nei precedenti articoli, l’idea dei co-fondatori è quella di incentivare l’utilizzo di Clubhouse come piattaforma di trasmissione di contenuti musicali di vasto respiro.

Concerti, musical, eventi di grande richiamo di pubblico senza vincoli spaziali o temporali. @paul ha parlato di stanze infinite di infinita durata. Un primo esperimento sarà condotto proprio in ambito musicale, con una jam session di 24 ore che verrà organizzata fra breve.

Il “mordi e fuggi” di @Bill

Fra le varie dichiarazioni dei co-fondatori non poteva mancare un accenno ad Android. Folle di Android users si accalcano alle porte di Clubhouse in attesa di dilagare negli spazi audio del social. Ma quando ci aspetteremo un’applicazione per Android? Si è parlato di marzo, poi di alcuni mesi, intanto Bill Gates (@Bill) è comparso di soppiatto nello spazio di Clubhouse, ospite del giornalista americano Andrew Ross Sorkin.

Un’intervista di un’ora, a tema libero, in cui si è parlato di Bitcoin, di cambiamento climatico e – guarda caso – dell’annosa rivalità fra iOs e Android.

Le interpretazioni circa la presenza di Gates su Clubhouse sono molteplici: che ci fa @Bill in sala? Ha voluto replicare l’apparizione di @Zuck23 quasi un mese fa per lanciare un segnale?

Non lo sappiamo, ma sicuramente la reazione di @paul è stata fulminea: in un breve intervento il fondatore di Clubhouse ha sottolineato che un’app per il mondo Android è una priorità fondamentale e che bisogna avere un po’ di pazienza, poi anche gli androidiani avranno le loro soddisfazioni.

Quattro app per l’immagine su Clubhouse

Nel frattempo, gli sviluppatori di tutto il mondo si danno da fare per trovare un modo per far gustare in anteprima le delizie delle stanze audio dei ragazzi di Oakland agli utilizzatori di Samsung o Huawei. Andate a cercare su internet. Non è difficile trovare un’app android che permettae di navigare e partecipare alle stanze di Clubhouse, con l’unico limite di non permettere di creare stanze e di invitare nuovi utenti.

A proposito di app di terze parti, nell’articolo scorso avevamo promesso di passare qualche ulteriore suggerimento al riguardo.

Ecco qui, dunque, qualche sistema per semplificarvi la vita nella gestione dell’immagine del profilo e della bio.

Chpic – Crea un anello colorato intorno all’immagine del profilo. Attenzione che questa non è una pratica tollerata da molte delle stanze di Clubhouse (così come la fastidiosa abitudine di mettere sull’immagine la spunta blu, retaggio di altri social). Non si tratta di una presa di posizione, ma di un adeguamento ai regolamenti e i motivi sono reali: i daltonici verrebbero confusi nel momento in cui comparisse il cerchio grigio dell’attivazione microfonica.

Clubhouse Avatar Maker – Si tratta di un generatore di avatar. Nell’icona può comparire qualsiasi foto, ma consigliamo di inserire una propria immagine riconoscibile. Si tratta di netiquette e di rispetto nei confronti del prossimo.

Clubhouse Glow – Potenzia il proprio avatar con un bagliore visivo. Anche questo da usare con cautela.

Last, but not least, una chicca vera del mondo delle applicazioni. L’app che permette di inserire nel sistema iOS una nuova tastiera. Con l’app Font for Clubhouse – che è possibile trovare su Apple Store – si ovvia a una delle frustrazioni più comuni fra gli utilizzatori di iPhone: quella di non riuscire a variare gli stili sulla bio.

Con Font for Clubhouse il gioco è fatto. Attenzione però che i font utilizzati non sono compatibili con il sistema di indicizzazione di Clubhuse. E poi, trovarvi fra le migliaia di stanze diventerebbe una sfida ardua da affrontare.

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