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Clubhouse, le novità della nuova versione

Durante i primi giorni Clubhouse aveva le fattezze di un fiume in piena: un flusso di informazioni audio che correvano veloci, senza freno, tirandosi dietro metri cubi di parole, discorsi, chiacchiere dai contorni inconsistenti. Poi le stanze hanno cominciato a consolidarsi, le tematiche a strutturarsi, trasformando il magma fluido in un elemento in graduale solidificazione. Tutto ciò fino al 6 marzo 2021, data in cui tutto è cambiato.

Lo avevamo già ricordato un paio di volte: stavano aspettando la nuova release dell’app. @Paul (Paul Davidson), co-fondatore di Clubhouse, ne aveva parlato domenica 28 febbraio. Ma nessuno avrebbe pensato che la nuova funzionalità avrebbe scatenato effetti così travolgenti fra gli utenti del social audio.

Alle sette del mattino del 6 marzo l’iPhone ha iniziato a vibrare, agitandosi come se fosse posseduto: centinaia di messaggi, richieste, inviti hanno iniziato a fioccare uno dietro l’altro, senza tregua. La nuova release si stava facendo strada come l’acqua di una diga in procinto di collassare. Ma cosa stava succedendo? Niente di particolare, a prima vista: la nuova funzionalità, tanto attesa nelle ultime quattro settimane, si era materializzata improvvisamente fra le mani dei possessori di iPhone, decretando l’inizio di una nuova era nel mondo di Clubhouse:  l’era confusa e schizofrenica dei club.

La cavalcata dei bisonti

Sì, l’impressione è stata proprio una corsa frenetica di tutti ad accaparrarsi il club della propria vita. Non che i club fossero limitati (in realtà se ne possono creare al massimo due al mese per account), ma l’idea che qualcun altro potesse appropriasi della creatura fatta crescere con tanta cura nell’ultimo mese ha avuto l’effetto dirompente di un’esplosione vulcanica.

Nel giro di un paio d’ore sono comparsi club di tutti i generi, decine di migliaia di inviti si sono incrociati nel mondo immateriale di Clubhouse, i telefoni hanno iniziato a squillare o a vibrare. Insomma, una vera e propria frenesia da crollo borsistico.

Ma qual è stata la vera peculiarità di questa nuova release? Semplice: poter fondare un club digitandolo direttamente dall’applicazione, evitando di compilare un formulario e attendere mesi l’approvazione della casa madre.

Andando nel profilo utente, al piede della bio, è comparso magicamente un segno +. In cinque minuti ecco il club, con tanto di descrizione, linee guida, argomenti trattati e schermata di invito. Basta attivare i nomi dei follower e inviare una richiesta di adesione. Si capisce quindi quanti inviti sono partiti nelle prime ore dall’attivazione.

Bene, ma che cosa c’è di così importante in un club?

Il segreto della frenesia collettiva

Il club – l’abbiamo già citato più volte nei resoconti dell’ultimo mese – è una scatola tematica che contiene delle persone che, a loro volta possono dar vita a stanze di vario genere, accomunate dallo stesso tema. Il club permette di indicizzare soggetti e argomenti, cosa non possibile per le stanze in quanto tali. Il club può essere personalizzato, reso commerciale con il nome di un particolare brand. Insomma – così come indicato continuamente dai due co-fondatori – si tratta di un organismo con cui gli utenti possono sbizzarrirsi creando strutture fluide e coordinate, con cui poter creare business, fare cultura, informazione, ricerca, convergenza sociale, e così via.

Chi crea un club assurge al ruolo di fondatore/amministratore, può nominare i membri e avere il potere di cambiare qualunque cosa a parte il nome: dalla descrizione alle linee guida del club, dall’icona illustrativa alla composizione dello staff direttivo. I membri – zoccolo duro del club – vengono invitati dagli amministratori e, una volta che hanno accettato di far parte del gruppo, hanno la possibilità di creare stanze private (cioè limitate ai membri del club stesso) che si fregiano dell’emblema del club.

Solamente gli amministratori possono modificare le stanze private in pubbliche una volta avviate. I follower, utenti che scoprono il club e che, semplicemente, lo seguono, non hanno alcun potere, se non quello di ottenere le notifiche quando il club organizza una stanza.

Insomma, un organismo complesso dalle grandi potenzialità, ma che in un certo senso ha iniziato immediatamente a creare dei disagi: e se due club hanno lo stesso nome? E se si creano più club con la stessa tematica?

Si possono creare club con lo stesso nome (o molto simile). Sarà l’autorevolezza degli organizzatori e dei moderatori delle stanze a far spiccare i più efficaci dal punto di vista della comunicazione. Si eviti, in ogni caso, l’utilizzo di nomi di brand registrati, perché questo potrebbe scatenare ritorsioni legali spiacevoli ed economicamente impegnative.

La risposta di @Paul alle novità della release

La conferenza dei co-fondatori di Clubhouse, domenica 7 marzo alle ore 18:00 CET (ore 9:00 AM, orario di San Francisco) ha avuto 7.800 utenti.

Sono state sostanzialmente due le caratteristiche migliorate nella nuova app, così come indicato da @Paul in occasione delle Q&A: la creazione dei club direttamente dall’applicazione e la nuova modalità di trasmissione audio. Della prima ne abbiamo già parlato. La seconda si attiva invece attraverso i tre consueti puntini in alto a destra quanto si è sul palco di una room.

Sono tre le qualità audio consentite: bassa, normale ed elevata. Si tratta di un miglioramento che interviene sulla trasmissione del suono e non sulla ricezione. @Paul ha consigliato di mantenere sempre la qualità bassa, soprattutto in caso di lentezza di collegamento. La trasmissione audio in alta qualità è invece pensata per chi trasmetta dati musicali, a riprova che l’idea di trasformare le stanze di Clubhouse in sale da concerto è un’ipotesi sempre più realistica.

Relazioni con VoiceOver ulteriormente migliorate

Ma non sono solo queste le caratteristiche della nuova versione dell’app: un miglioramento sostanziale nelle attività delle stanze per chi utilizzi le funzioni VoiceOver è stato portato a termine con velocità ed efficienza da parte dei tecnici di Clubhouse: gli utenti che usano questo sistema possono “sentire” ora immediatamente la presenza del tasto “Request to speak” quando desiderano parlare in una room (equivalente al pulsante “Raise your hand”), senza la necessità di fare uno scroll dell’elenco partecipanti fino a trovare se stessi. Ulteriore funzione migliorata è poi quella che consente a chi usi VoiceOver di moderare una stanza accorgendosi immediatamente chi abbia alzato la mano per parlare.

Lo staff di Clubhouse ha particolarmente a cuore chi abbia problemi di vista, proprio nello spirito democratico di voler mettere tutti sullo stesso piano.

Insomma, un fine settimana di fuoco fra le stanze del social audio. Intanto, per gli utenti Android, ancora nessuna notizia. Loro sono in trepidante attesa, un’attesa spasmodica che – quando verrà meno – trasformerà l’atmosfera frenetica di questi giorni in una passeggiata tranquilla in un parco di primavera.

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