Ampliare gli orizzonti, mantenendo come core business la distribuzione, cambiare rotta o restare duri e puri: queste le scelte di fronte alle quali si trovano oggi i distributori italiani
2 ottobre 2002 Conviene
diversificare il business? Viste le recenti esperienze dei
distributori italiani la domanda ha un certo senso. In molti infatti hanno
cercato di andare oltre la classica attività di distribuzione per cercare nuovi
mercati che potessero sopperire al momneto di crisi del mondo hi tech che è
puntualmente arrivato.
Lavorando su più fronti potremo sopportare meglio
eventuali defaillance del mercato, è il ragionamento che ha fatto per
esempio Opengate che come risultato per il momento può vantare
la perdita del primato nella distribuzione It e risultati non soddisfacenti nel
settore del materale elettrico. Forse è solo questione di tempo, le attività
devono essere ancora integrate al meglio, certo è che nel caso di Malnate la
società continua ad avere come core business la distribuzione (pur se in ambiti
differenti) e questo alla lunga può essere un vantaggio.
Cdc
invece ha tentato una diversificazione differente cambiando
completamente strada con Internet e l’editoria e sappiamo come è andata, mentre
Tecnodiffusione si è allargata entrando per esempio con
Dsi nell’area della system integration.
Una via percorsa
anche da Algol, i cui risultati sono stati fino a oggi
deludenti, ma che potrebbe trovare nuova vita con il recente ingresso della
società toscana nell’azionariato dle distributore milanese.
A coprire la
catena del valore ci hanno provato anche Digital Bros e
Cto nei videogame lanciandosi nel publishing di videogiochi e
nella produzione di accessori. Ma hanno dovuto cambiare strada. Soprattuto Cto
ha dovuto lasciar perdere in fretta le attività produttive in
Cina, mentre sta cercando di realizzare videogiochi un po’ più
commerciali con la controllata Arxel.
Chi non ha
diversificato per nulla è Esprinet che ha conquistato la
leadership nell’It, concluso un paio di acquisizioni, e continuato a crescere
anche nel secondo semestre quando il mercato si è fatto ancora più difficile.
Una scelta che si è dimostrata fno a oggi vincente. La concorrenza, invece, ha
ancora bisogno di tempo.
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