Liverani: Algol non è in vendita

L’amministratore delegato della società milanese replica alle voci di cessione

Stop ai rumors. Maurizio Liverani, amministratore delegato di Algol, è stufo delle voci che danno la sua azienda in vendita. Per questo ci tiene a fare sapere che “Algol non è in vendita e comunque nell’ultimo anno non abbiamo ricevuto nessuna offerta scritta”. “Chi racconta in giro che ci sta per comprare – spiega con tono deciso – faccia un’offerta. In caso contrario continuare a diffondere queste voci diventa concorrenza sleale”. Eppure qualcuno che si interessa ad Algol c’è anche se non ha intenzione di scalarla in Borsa o lanciare un’Opa. Si tratta di Marco Podini, 33 anni, una famiglia specializzata nella grande distribuzione, che con Albatros Tech-Investments punta a creare un gruppo di aziende ad alto potenziale di sviluppo nel campo delle applicazioni Internet, telecomunicazioni e finanza. Podini ha acquisito un paio d’anni fa l’Isp romano Agorà, ha una partecipazione in Ipse, e adesso in portafoglio possiede anche il 9.98% di Algol. Liverani, che all’improvviso si è trovato un nuovo socio in casa ha incontrato Podini il quale non ha intenzioni ostili, anzi. “In questo momento – racconta l’amministratore delegato della società milanese – un partner industriale è una benedizione per Algol”. Podini entrerà a fare parte del board del distributore e sinergie dovrebbero essere attivate con le aziende che fanno parte del suo gruppo.

Dopo il difficile primo quarter Liverani ci tiene a fare sapere che, nonostante un mercato piatto il fatturato del secondo trimestre è migliore del primo, mentre “l’Ebitda è positivo come nei primi tre mesi”. Per questo conferma che l’obiettivo di “Chiudere l’anno con un fatturato complessivo di 240/245 milioni di euro, un paio di punti in più rispetto all’anno scorso, se i ricavi del quarto trimestre incideranno, come da norma, del 30-35% sul fatturato complessivo”. Nel secondo trimestre “abbiamo eroso quote di mercato alla concorrenza”. Liverani non fa nomi ma non è un mistero per nessuno che sta parlando di Azlan e soprattutto Esprinet. Quasi a break even con i servizi, Algol sta cedendo l’area della system integration. L’operazione dovrebbe essere definita in tempi brevi anche se l’ultimo report degli analisti di Twice Sim afferma che “tenuto conto della situazione economica (le società non hanno raggiunto il break even a livello di Ebitda) e dei multipli di mercato gli introti derivanti dalla vendita delle tre società risulterebbero decisamente limitati”

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Nonostante l’ingresso di Podini la strategia di Algol non cambia. “Ci eravamo concentrati troppo sui servizi che costano ma sono necessari- aggiunge Liverani -. Ma ora siano tornati ai prodotti. Il distributore oggi è un magazzino di prodotti e di skill. Oggi la system integration è in crisi e licenzia i tecnici quando il mercato si riprenderà quelle competenze verrà a cercarle da noi”. E per quanto riguarda il canale il vendor sta iniziando a capire che deve pagare la formazione (che Algol eroga con Algol College) e rivedere i suoi margini. Grasso che cola per Algol che secondo Liverani è all’inizio di un ciclo. “Altri invece il loro ciclo lo stanno terminando”.

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