Kumar, Progress: se fossi un Cio farei più opinione

Una riflessione a mente aperta per scoprire, fra l’altro, che nelle aziende ci saranno ancora i pc, che le Soa non sono una commodity e che non bisogna dar troppa retta agli analisti.

Sanjay Kumar è uno dei più lucidi esponenti che il mondo tecnologico americano oggi ci mette a disposizione.
In Progress Software dall’acquisizione di Savvion, ha lavorato anche in The Management Network Group e conosce alla perfezione il mercato Telco.
È da annoverare fra i pionieri nello sviluppo di sistemi di supporto operativo e di Business process management.

Lo abbiamo raggiunto per riflettere sullo scenario ampio dell’It enterprise.

D: Sulla base della sua esperienza pluriennale come descriverebbe in tre
parole l’attuale mercato It enterprise?


S: Flessibile, adattabile e facilitante

D:Quali sono i fenomeni che secondo lei hanno inciso di più nel cambiamento
di questi anni?


S: La situazione economica, la concorrenza più agguerrita e le aspettative più alte dei clienti hanno condizionato il mercato It enterprise, in particolare il settore delle telecomunicazioni, e reso necessario offrire soluzioni aziendali che garantiscono un Roi maggiore, che offrano degli evidenti vantaggi per il business, e che siano in grado di migliorare l’esperienza dei clienti.

D: Cloud, datacenter, mobility, gestione della spesa It e gestione del knowledge interno. Se fosse un Cio che ranking darebbe a queste cinque tematiche?

S: Gestione del knowledge interno, mobility, cloud, datacenter, gestione della spesa It, anche se non si rende giustizia all’importanza che riveste la gestione dei costi e degli investimenti negli asset.

D: Ne esistono altre a suo modo di vedere?

S: Il cliente è il re e i modi per migliorare la sua esperienza end-to-end devono essere il pensiero guida di ogni Cio delle aziende It.

D: Non è una novità che il Cio debba allineare la propria attività al business. Se è d’accordo, ci spiega un modo originale, innovativo, per farlo?

S: Penso che sia possibile creare un livello adattativo di business che può essere slegato dal livello dell’infrastruttura It in modo da consentire all’azienda di reagire più prontamente nei confronti dei propri clienti e in caso di cambiamenti delle condizioni di business, e di sfruttare l’infrastruttura It aziendale. Questo permette all’infrastruttura It di gestire il flusso d’informazioni necessarie a gestire l’esecuzione delle operazioni, ma consente agli utenti business di rispondere rapidamente alle esigenze dei loro clienti e occuparsi delle eccezioni o delle variazioni del core business che si riflettono sui clienti e sulle entrate. La suite di Progress Responsive Process Management è stata progettata per fare proprio questo.

D: I pc spariranno dalle aziende per far posto ai dispositivi mobili?

S: Penso che i dispositivi mobili diventeranno per gli utenti aziendali la modalità di accesso più utilizzata, ma saranno comunque una delle tante modalità di accesso presenti in azienda. Le soluzioni dovranno quindi fornire punti di contatto per i diversi tipi di dispositivi, dal momento che gli utenti business utilizzeranno sia i dispositivi mobili sia i computer, oltre ai diversi punti d’accesso per i clienti e i partner.

D: Come si gestiscono le prestazioni dell’infrastruttura quando gli utenti sono ovunque e utilizzano dispositivi mobili?

S: È necessario separare il flusso dei dati presenti nell’infrastruttura It e le interfacce utente per avere una gestione più distribuita delle risorse e un modello conico dei dati. Questo consentirà continui cambiamenti ed estensioni all’infrastruttura It, senza impattare sulle varie operazioni, e supporterà le esigenze dei livelli di prestazioni.

D: A chi spetta decidere se un servizio It è utile all’azienda? Al Cio o al detentore della linea di business?

S: Entrambi devono collaborare su questo. Il Cio deve essere una specie di opinion leader circa l’uso della tecnologia per risolvere i problemi di business, ma gli executive della linea di business devono essere d’accordo con la soluzione che meglio risolve le loro sfide funzionali.

D: Chi progetta sistemi informativi deve pensare più alle capacità tecnologiche o al modo in cui gli utenti (e in che numero) lo utilizzeranno?

S: È importante trovare un punto di equilibrio tra le due cose. Il modo in cui gli utenti lo utilizzeranno è importante tanto quanto le sue funzioni tecnologiche.

D: Le Service Oriented Architecture sono oramai commodity?
S: No, non credo. Troppo spesso la Soa e molte altre soluzioni It enterprise sono state considerate una commodity. La realtà è che decidere come vengono organizzati i processi aziendali all’interno della Soa, come mappare i dati nei sistemi Soa e come monitorare o tenere traccia dei flussi di informazioni sulle transazioni, ha un impatto diretto sul costo totale di proprietà, sulla capacità di risposta di fronte alle mutevoli condizioni del mercato e le richieste dei clienti. In breve, questo tipo di decisioni compromettono il successo o meno del business.

D: Oggi è meglio saper prevedere le prestazioni di un sistema o saper adattarlo a come gli utenti lo utilizzano?

S: In questo momento è più importante adattare le prestazioni del sistema in base all’uso da parte degli utenti e ai numerosi cambiamenti, dato che il mercato si evolve costantemente. Prevedere le prestazioni di un sistema è ancora importante, ma la spinta ad adattarlo al modo d’uso degli utenti ha guidato la crescita del cloud. Capire qual è il momento di cambiare è ciò che rende il controllo del flusso d’informazioni delle transazioni end-to-end una sfida. È qui che entrano in gioco strumenti di business transaction assurance quali Progress Actional.

D: Sempre se fosse Cio di un’azienda utente, quali sarebbero le cose che chiederebbe al proprio fornitore primario di tecnologia?

S: Desidererei che il mio fornitore di tecnologia fosse un buon partner e che mi sapesse dare i giusti consigli su come sfruttare al meglio le risorse It esistenti in azienda per poter offrire ai nostri stakeholder un ambiente operativo capace di soddisfare le esigenze dei clienti.

D: Il mondo dell’offerta tecnologica si sta polarizzando su grandi gruppi e tante piccole startup. Va bene così o il mercato deve cambiare?

S: Ritengo che il mercato debba cambiare. Questo modello non offre le migliori soluzioni per i clienti enterprise. I grandi gruppi non sono in grado di offrire ai clienti soluzioni personalizzate che rispondano alle loro esigenze, ma si limitano a offrire soluzioni standard dal loro portafoglio. Le piccole start-up, per contro, possono offrire soluzioni innovative, ma non hanno la visone d’insieme e né la competenza necessaria a risolvere determinati problemi. I clienti enterprise hanno bisogno di scegliere quelle soluzioni che meglio li aiutano ad affrontare le sfide di mercato e che possono distinguerli dalle altre aziende. Questo risultato si ottiene meglio combinando insieme soluzioni nate sulle esigenze dei clienti.

D: L’ex-Cio degli Usa, Vivek Kundra, ha detto che l’amministrazione è imbrigliata in una rete di grandi contratti di fornitura. Come si possono innovare le relazioni industriali con il settore government?

S: Il settore amministrativo sta subendo forti pressioni perché deve fornire efficienza operativa e time to value. Per questo motivo il settore pubblico guarda sempre di più ai successi di quello privato e ai nuovi modi di innovare. Questo lo abbiamo già visto in settori come quello della difesa che sempre di più adotta i modelli sviluppati nel settore delle telecomunicazioni. Questi tipi di forum di settore sono tra i modi migliori per innovare i rapporti industriali con il settore pubblico.

D: America, Emea e Bric: chi deterrà lo scettro tecnologico fra 5 anni e
perché?

S: Bric è la regione con il più alto tasso di crescita oggi, ma tutte le regioni sono in simbiosi tra loro, dato che si stanno formando i datacenter globali e che nuovi modelli di outsourcing si stanno sviluppando. La crescita in ogni regione dipende, quindi, sempre più dalle condizioni economiche delle altre regioni.

D: Il fondatore di Autonomy (che ora è di Hp), David Lynch, ha detto che se avesse dato meno retta agli analisti avrebbe fatto scelte diverse e migliori. È d’accordo?

S: Anche se è importante ascoltare i consigli degli analisti, penso sia necessario definire la propria strada. Dati i radicali cambiamenti di mercato, gli executive devono essere leader anche di pensiero per posizionare al meglio le proprie aziende nel futuro.

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