Per i Cio cloud vuol dire una visione più ampia del rischio

Emerge dalla ricerca annuale europea di Colt. In ballo ci sono la reputazione aziendale e i rapporti con i clienti. Cloud per 6 Cio su 10 entro il 2014. Più privato che pubblico.

Colt ha pubblicato i risultati del proprio sondaggio annuale sui Cio incentrato sull’implementazione e la percezione del cloud nel 2011.

Il sondaggio, condotto dall’inglese Loudhouse a inizio anno ha visto la
partecipazione di 500 decision maker responsabili dell’It di aziende con
fatturato superiore ai 100mila euro e già alle prese con il cloud
computing in Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Benelux.

La ricerca di quest’anno ha rilevato che sebbene il consenso nei confronti del cloud continui a crescere, l’ordine del giorno in si è spostato dalle preoccupazioni relative alla sicurezza a una visione più ampia del rischio.

Quasi i due terzi (63%) dei Cio, infatti, ritiene che il passaggio da una gestione It interna a un servizio cloud comporti dei rischi per l’azienda, come danni alla reputazione della società e compromettere i rapporti con i clienti.

Il 42% degli intervistati ha individuato il rischio principale nel danno che verrebbe arrecato al marchio a causa di problemi di prestazioni o incidenti legati alla sicurezza, mentre il 45% considera un’eventuale riduzione degli standard di sicurezza come il rischio maggiore.

Il sondaggio ha evidenziato che, nonostante poche aziende europee abbiano attualmente implementato il cloud su vasta scala (16%), molte sono convinte che il cloud sarà il loro principale metodo operativo It entro il 2014 (60%).

I risultati della ricerca hanno inoltre messo in luce le sfide chiave connesse all’adozione del cloud, che consentirebbe alle aziende di incrementare la scalabilità della pianificazione delle risorse: il 58% degli intervistati ha identificato nella facilità di transizione la sfida chiave legata all’adozione del cloud; altre problematiche sollevate dai partecipanti al sondaggio sono state la garanzia di qualità (55%), la giustificazione dei costi (55%), le normative relative alla sicurezza e al controllo dei dati dei clienti (54%).

Dal momento che i dati sono sempre più spesso archiviati al di fuori dell’organizzazione, le preoccupazioni relative alla sicurezza dominano il dibattito intorno al cloud. Sebbene in misura inferiore rispetto al sondaggio dell’anno scorso (63% nel 2011 rispetto al 71% nel 2010), la sicurezza resta un problema sentito dalle aziende di Germania e Regno Unito, come evidenziato rispettivamente dal 74 e dal 70% dei decision maker responsabili dell’It di questi paesi, che la considerano ancora come la problematica numero uno.

Tuttavia stanno iniziando ad emergere altri temi connessi a un mercato più maturo, quali vincoli (46%) e posizione geografica (31%) dei fornitori.

Vantaggi 
Nell’attuale panorama economico un punto di partenza chiave per l’adozione del cloud è la riduzione delle spese in conto capitale per una data applicazione in favore di un modello flessibile e on-demand che aiuti le aziende a rispondere meglio alle esigenze del mercato.

Facilità di transizione e garanzia di qualità sono segnalati da tutti i paesi coinvolti nel sondaggio come i fattori determinanti per l’adozione del cloud.
Spagna (59%) e Francia (57%) in particolare li ritengono decisivi, mentre il risparmio sui costi è importante per il Regno Unito e (63%) e il Benelux (55%).
In Germania la necessità del sostegno da parte del governo (45%) è considerata il fattore più importante per l’adozione del cloud.

Il sondaggio ha registrato la preferenza dei Cio nei confronti delle infrastrutture cloud private piuttosto che pubbliche.
I cloud privati sono particolarmente apprezzati in Spagna (58%), Germania (57%) e Regno Unito (56%).
La percezione è che, pur non comportando problemi di sicurezza, i cloud privati si dimostrano carenti dal punto di vista della scalabilità e del risparmio sui costi.
La soluzione in questo senso potrebbe essere il cloud ibrido o aziendale, ovvero l’opzione preferita da un’azienda su cinque (21%).

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