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Clubhouse, lo tsunami Android è in arrivo

Finalmente Clubhouse sbarca sulla piattaforma Android, anche se al momento solo sui cellulari di uno sparuto numero di beta tester di là dall’oceano. Fra release settimanali e Townhall sempre meno stimolanti l’app di Oakland cerca di correre ai ripari da una concorrenza sempre più agguerrita.

La settimana della frenesia audio è esplosa dopo quasi un mese di stasi e di promesse non mantenute. Clubhouse, finalmente, ha rinnovato la propria icona e si è presentata al pubblico con una nuova release in un clima di vero e proprio assedio mediatico.

Le notizie di adeguamenti/integrazioni audio di sapore più o meno rivoluzionario da parte dei social più importanti, Twitter e Facebook primi fra tutti, si accavallano e dilagano in modo sempre più insistente.

Un’icona di successo

Dalla mattina del 26 aprile l’immagine sorridente di Axel Mansoor, l’uomo delle whisper room, ha lasciato il posto a una nuova icona: la sorridente e graziosa foto in bianco e nero di Drue Kataoka.

Secondo quanto anticipato più volte dai due co-fondatori, una caratteristica dell’icona di Clubhouse è infatti quella di cambiare spesso. Personalità diverse, ma tutte accomunate da due elementi comuni: essere artisti ed essere impegnati in campagne sociali di rilevanza mediatica. E il caso di Drue Kataoka non fa eccezione.

Nata a Tokyo, diplomata alla Stanford University, l’artista nippo-americana – con uno studio nella Silicon Valley e uno stile artistico accomunabile all’arte dello street writer Bansky o dell’artista francese JR – è riuscita in un anno a raccogliere quasi 100.000 $ con la sua campagna di raccolta fondi #StopAsianHate a favore dell’Asian American Federation Inc. Un’immagine simpatica e graziosa, dalla grande forza persuasiva, che accompagnerà nelle prossime settimane il graduale e incessante miglioramento dell’applicazione.

Modifiche non solo estetiche all’app di Clubhouse

Una trasformazione che non è non solo cosmetica. Dopo la notizia delle facilitazioni nella monetizzazione previste ormai quasi un mese fa, le ultime tre release (quella del 26 aprile e le successive del 29 aprile e del 2 maggio) hanno apportato cambiamenti importanti. Vediamo, sempre in un formato da bullet point, quelle più interessanti:

  • quando si pianifica un evento si riceve ora un link che è possibile condividere esternamente con amici, colleghi o follower. Il bello è che se amici e colleghi non sono ancora su Clubhouse, questi potranno saltare la lista d’attesa, partecipando all’evento e unendosi automaticamente al club organizzatore;
  • tutti i prossimi eventi organizzati da un club vengono ora elencati nella pagina Clubhouse del club stesso;
  • i follower e i membri del club sono ormai visualizzati con un unico numero complessivo. Come al solito – però – la notazione matematica in k (migliaia) usata oltre i mille follower non aiuta a capire esattamente il numero degli affiliati;
  • audio di qualità superiore ulteriormente migliorato rispetto alla precedente release;
  • indicatore di chiamata in corso. L’icona di una piccola cornetta rossa indica ora che l’utente è impegnato in una chiamata telefonica.
  • notizia incredibile, infine, di cui abbiamo parlato in apertura: finalmente è disponibile l’app per gli Android. Non per tutti, ora limitata a un gruppo ristretto di beta tester americani, ma che lascia ben sperare in un imminente arrivo a livello globale.

Una serie di piccoli miglioramenti è poi stata apportata all’interno dell’applicazione, soprattutto nella semplificazione dei sistemi di ricerca, delle lingue utilizzate e altre piccola varianti, in particolare per quello che riguarda la sicurezza e la gestione dei report di comportamento.

clubhouse

Italiani brava gente

E proprio i problemi di comportamento e il bando degli utenti (sempre possibile in questo momento e che non si pensa di modificare, così come dichiarato dai due co-fondatori nell’ultima Townhall del 1 maggio) hanno creato momenti di tensione all’interno delle stanze italiane di Clubhouse.

Ore e ore di discussioni sulla giustizia di una modalità come quella del soft block che – se usata a sproposito – potrebbe configurarsi come uno strumento di fastidiosa coercizione antidemocratica.

Chi blocca un utente, infatti, non gli permette di vedere stanze in cui sia presente il personaggio che lo ha bloccato. Non solo lui, ma tutti gli altri partecipanti (che magari, con la persona in questione, non hanno problemi di alcun genere).

Un problema importante, certamente, tuttavia di difficile soluzione, soprattutto visto che gli sviluppatori dell’app hanno deciso di non apportare, almeno per il momento, cambiamenti sostanziali in questa direzione.

Ma non si è parlato solo di questo in queste ultime settimane su Clubhouse. Grande rilevanza ha avuto un format ben riuscito organizzato dal club “Caffè avariato” che ha organizzato una vera e propria notte degli Oscar di Clubhouse, gli “Oscar della creatività”. Un fenomeno che ha raccolto quasi 2000 utenti nella serata del 25 aprile con la conduzione di Aldo Ruta.

Un gruppo nutrito di persone è stato premiato direttamente dagli utenti di Clubhouse. Fra gli altri, Giancarlo Milazzo come miglior speaker, Giuseppe La Spina miglior moderatore, Ilaria Cuomo come migliore moderatrice.

Per le stanze, si sono aggiudicati il premio “10 minuti di nulla cosmico” per la programmazione del mattino, “Caffè Avariato” per le ore pomeridiane e “La legge dell’attrazione”, migliore fra le stanze serali. Last but not least il club “Buongiorno & Fatturato” per la categoria Miglior Brand Identity e “ClubItalia” come migliore club.

L’assalto a Clubhouse

Due parole, infine, per quelle che sono le innumerevoli notizie che quotidianamente giungono dal mondo dei social. Clubhouse si trova assediata ormai da tutti i social, che hanno deciso di intraprendere anch’essi la strada del social audio.

La notizia di stanze audio in diretta anche su Facebook è stata anticipata qualche giorno fa da Fidji Simo, vicepresidente e responsabile dell’app Facebook. L’app di Facebook si chiama Hotline ed è stata già resa disponibile a una serie di beta tester americani.

Le dichiarazioni di FB sono importanti, perché la potenza di fuoco del gruppo di Zuckerberg (e il numero degli utenti collegati, oggi pari a 2,60 miliardi di utenti attivi) fanno pensare che Hotline sarà la vera spina nel fianco di Paul Davidson e Rohan Seth. Se ne parlerà intorno all’estate.

Anche Telegram affila le armi con il sistema di pagamenti 2.0 e chat vocali programmate. Nel primo caso si tratta naturalmente del servizio di monetizzazione previsto anche su Clubhouse a partire dall’inizio di aprile (è possibile ottenere informazioni più dettagliate presso il canale @TestStore di Telegram).

Cosa più importante, a nostro avviso, e in considerazione delle relazioni con Clubhouse, è la funzione delle chat programmabili per informare i partecipanti in anticipo. La nuova funzione visualizza un conto alla rovescia per la chat vocale e l’utente riceve una notifica quando questa ha inizio.

Nel gruppo non poteva mancare Instagram. Da ora è infatti possibile gestire delle vere e proprie dirette audio. Si possono infatti eseguire dei Live disattivando la fotocamera e lasciando aperto solo il microfono.

Instagram non tende in questo momento a coinvolgere un grande numero di persone (ora è possibile trasmettere in diretta contemporanea fino a quattro persone, sostituendo il limite precedente di due), ma la strada è stata imboccata anche dal social basato su immagini.

Anche Twitter ha lanciato il suo Spaces per le dirette via voce, argomento che ci piacerebbe approfondire, ma che il social network non ci ha permesso di valutare direttamente non consentendoci di ottenere la versione completa dell’applicazione.

Nonostante questo, molte voci parlano dell’attuale instabilità del sistema, del limite di non poter costituire spazi audio privati, ma della bella idea di poter registrare automaticamente gli eventi e – come moderatore – di poter gestire il volume dei partecipanti alla discussione.

Notizia di cui abbiamo trattato è anche quella della recente acquisizione da parte di Spotify dell’app Locker Room da Betty Labs, una storica applicazione (forse vero esempio per gli sviluppatori di Clubhouse) dedicata alle discussioni dal vivo sul mondo dello sport d’oltreoceano. Nei prossimi mesi Spotify si evolverà ed espanderà Locker Room in un’esperienza audio live migliorata.

Come se non bastasse, infine, sono nati dei veri e propri cloni di Clubhouse, anch’essi vincolati dalla modalità di accesso a inviti tipica dell’App di Oakland: Dive e Angle.

App appena nate, di cui parleremo presto in un articolo dedicato, ma che hanno dalla loro un’importantissima differenza: sono naturalmente disponibili sulle piattaforme Android.

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