Ict, un affare italiano

Flessibilità dell’offerta e prossimità territoriale continuano a essere i principali punti a favore di Isv e system builder locali, attenti anche all’aspetto della specializzazione

Ottobre 2009

C’è ancora spazio per un’informatica Made in Italy? E su quali leve deve agire un produttore locale per fronteggiare l’agguerrita concorrenza dei più blasonati marchi internazionali?

Per indagare sul tema, abbiamo interpellato sei produttori software e quattro system builder nostrani, tutti impegnati a valorizzare al massimo la propria dimensione locale per continuare a competere su un mercato caratterizzato da margini di reddittività sempre più ridotti.

Una notevole concordanza sembra emergere sul fatto che le specificità delle Pmi italiane continuano a generare un’opportunità di business difficilmente fruibile dalle grandi multinazionali per una loro congenita mancanza di flessibilità oltre che per l’incapacità dei laboratori di sviluppo di recepire correttamente le necessità della clientela di casa nostra.

Altro punto a favore è rappresentato dalla copertura territoriale capillare, necessaria per seguire da vicino decine di migliaia di clienti. Su questa base si è creata la fortuna commerciale di molte software house nostrane che sembrano fiduciose sulla possibilità di continuare a competere anche nel prossimo futuro (specie puntando su forme di delivery d’avanguardia), anche se il mercato si fa sempre più difficile.

Ma ci sono settori dove i nostri software vendor tengono testa alla concorrenza internazionale anche sulla fascia medio alta della clientela. Ciò grazie alla focalizzazione e alla capacità di tenere aggiornati i pacchetti a fronte delle continue modifiche normative o legislative, ma anche allo sviluppo di
specializzazioni applicative, che spesso hanno portato i produttori locali a penetrare anche i mercati esteri.

Quanto all’hardware, le aziende intervistate confermano la difficoltà del mercato, tanto che è pratica comune per le realtà di casa nostra operare sia come produttori che distributori. Anche gli hardware vendor comunque dimostrano ottimismo, pur rilevando crescenti difficoltà, facendo leva sulla capacità di stare costantemente aggiornati con lo sviluppo della componentistica, di produrre prodotti mirati a precise tipologie di clienti e, soprattutto nel caso degli accessori, puntando sull’ergonomia e sul design.

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