E alla fine Hp “invented” Hp

Presentata la squadra italiana e le strategie di go to market. Per le roadmap bisogna aspettare invece ancora qualche giorno

Nicola Aliperti, Tino Canegrati, Danilo Cazzola, Manuel Spangaro: ecco la squadra che in Italia guiderà la nuova Hp, o, per essere più precisi Hp invent, il brand che da ieri contraddistingue la nuova azienda nata dalla fusione di Hp e Compaq.
E di merger continua – malgrè tout – a parlare anche Nicola Aliperti, sottolineando che nonostante tecnicamente si debba parlare di incorporazione per acquisizione, si preferisce l’idea di fusione perché viene messo a fattor comune il meglio delle due aziende, sia in termini di offerta, sia in termini di tecnologie, sia in termini di uomini.

E proprio da una scelta di uomini nasce il nuovo team manageriale, chiamato a dirigere le 4 business unit che ora compongono l’azienda. Più in dettaglio, Nicola Aliperti è stato chiamato sia nel ruolo di amministratore delegato della nuova Hp, sia a guidare la divisione Enterprise Systems; Tino Canegrati (anch’egli di provenienza Hp) guida la divisione Hp Services Group; Danilo Cazzola (di provenienza Hp) è a capo di Imaging and Inprinting Systems Group; Manuel Spangaro (proveniente da Compaq) è infine a capo del Personal Systems Group.

Quasi a voler fugare qualsiasi dubbio che la nuova organizzazione ricalchi modelli “vetusti” orientati alle linee di prodotto, Aliperti sottolinea invece la centralità del cliente, intorno alle cui esigenze vengono costruite le strategie commerciali della nuova Hp.
«Abbiamo segmentato in modo molto preciso la clientela, identificando di fatto cinque gruppi di clienti. On top abbiamo i cosiddetti clienti corporate: sono circa 250 aziende (4 delle quali italiane ndr) che consideriamo clienti globali, nella maggior parte dei casi attive a livello worldwide, seguite con un accounting diretto da una squadra formata da un business manager e degli specialisti che a lui riportano in modo gerarchico. La seconda tipologia di clienti è rappresentata invece dalle enterprise. Sono circa 4.000 aziende a livello mondiale che hanno una spesa It consistente e soprattutto costante. Anche in questo caso l’accounting è diretto con squadre di specialist aggregate per clienti. La terza tipologia è rappresentata dai clienti commercial, ovvero circa 15.000 aziende midsize seguite da un accounting che crea delle squadre di specialisti in funzione dei deal. Tutte e tre queste tipologie ricadono sotto la responsabilità della divisione Esg (Enterprise Systems Group). Le cosiddette Smb (piccole e medie imprese), nonché il mercato consumer ricadono invece sotto la responsabilità della divisione Psg (Personal Systems Group) e vengono seguite con i partner di canale. Va comunque precisato che il canale viene seguito dalla Psg ma la sua attività non solo può comprendere anche prodotti diversi dai pc e dalle stampanti ma può indirizzare anche clienti diversi da Smb e consumer».

Date queste prime informazioni relative alla nuova organizzazione, Nicola Aliperti ritorna sulla fusione, dando qualche indicazione di carattere tecnico-legale in più.
«Va detto che se negli Stati Uniti la fusione è già avvenuta “de iure et de facto” a livello locale, e dunque anche in Italia, le due società sono ancora due entità distinte. Credo che ragionevolmente già dal primo giugno potremo essere anche legalmente un’unica realtà. Nel frattempo le “squadre” si stanno incontrando per integrarsi. Il brand, come già detto, sarà Hp invent, mentre il marchio Compaq verrà conservato solo in qualche caso. Per quanto riguarda invece i dati finanziari, la nuova società inizierà l’anno fiscale congiunto dal prossimo 1° novembre. Per facilitare l’allineamento, si è deciso di allungare di un mese il prossimo quarter di Compaq, prorogandolo fino a luglio perché coincida con quello di Hp».

Non manca – e come potrebbe essere diversamente? – qualche nota sui licenziamenti già annunciati.
«Finora – prosegue Aliperti –le filiali italiane di Compaq e di Hp non sono mai state toccate molto da vicino dalle pur profonde ristrutturazioni attuate dalle corporation. Oggi, come è stato più volte ripetuto, si parla di 15.000 licenziamenti. Io non sono in grado di garantire che anche in Italia non vi siano ridondanze. Spero però che il valore che i nostri uomini sanno esprimere non rendano necessari dei tagli».
Per quanto riguarda le politiche di branding e le roadmap dei prodotti, Aliperti rimanda a qualche giorno: «Verrà tutto ufficializzato a breve, comprese le note degli analisti che hanno avuto modo di esaminarle in anteprima».
Buon lavoro, dunque.

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