Non servono i fenomeni per far capire il cloud alla Pa

Cloud come democratizzatore dei servizi, anche nel vecchio spirito del riuso. Ma serve virtualizzare e soprattutto decidere. Ne parliamo con Roberto Sortino di Emc.

Emc è al Forum Pa 2011 per parlare essenzialmente di cloud, a tutto tondo. In che modo lo abbiamo chiesto a Roberto Sortino, Manager Unified Storage Emea.

«Il cloud è sicuramente un tema forte – ci ha detto – ma non può essere una soluzione isolata. Va pensato prima di tutto il servizio».

Cloud come metafora dell’essere Pa, quindi?

Si, perché è un facilitatore che consente di vedere meglio i processi e che fa abbassare i costi. Temi da sempre cari alla Pa, che chiede sicurezza ed efficienza.

Efficienza nella Pa una volta significava riuso…

Pensiamo a una Pal che tramite cloud si appoggia alle strutture di Provincia o Regione per adempiere al Codice di amministrazione digitale e ci siamo.

Come si decide per il cloud nella Pa?

Come nel privato, c’è grande similarità nel meccanismo della decisione.

Siete a Forum Pa per dare una visione?


No, per essere fattivi. Virtualizzare è il primo passo, da cui scaturisce il percorso. Il cloud, e prima di lui la virtualizzazione, non è un evento a se stante. Serve, da parte nostra, dare il supporto per chiarirre tutto il tragitto.

Ci saranno dei tasselli abilitanti in questo progredire?


Quelli realmente condivisi, come potrebbe essere un documento di identità elettronico nazionale, che funga da chiave per accedere ai dati. Le eccellenze che diventano fenomeni servono a poco.

Emerge un cloud che fa da democratizzatore. Ma il servizio al cittadino è fatto anche di billing.

Siamo sul punto. Noi vogliamo parlare di un cloud fattibile, di semplificazione delle funzioni del servizio.

A quale audience?

Funzionari della Pa e operativi del campo tecnologico. Da loro parte il lavoro di fondo che arriva alla politica.

Che ruolo potrebbero avere, allora, le società di servizi It pubbliche?

Dovrebbero diventare il veicolo che congiunge i vari progetti. Per farlo devono avere coraggio. Dobbiamo ammettere, comunque, che la loro attenzione sul tema sta crescendo. Ma ci si deve muovere. Nei Paesi dell’Est, per fare un esempio che conosco, c’è molta più dinamicità, forte attenzione al dinamismo. E si vede dalla crescita che hanno.

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