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Internet italiana, quando per capire l’andamento servono gli aruspici

Sono passati 18 mesi da quando abbiamo iniziato, un po’ incautamente, questo appuntamento periodico in cui misuriamo la temperatura di Internet in Italia.

Gli strumenti tecnologici dei quali ci serviamo si sono via via affinati.

Non sta a noi dire se l’aspetto grafico è andato pure migliorando, ma sicuramente abbiamo standardizzato le tecniche di elaborazione e di presentazione e abbiamo automatizzato, più o meno, il processo di generazione dei grafici.

Solo una volta ci siamo arrischiati a fare voli pindarici con grafici interattivi in 3D, che comunque sono stati apprezzati da molti lettori.

Quello che inizialmente era un processo manuale che passava attraverso svariati (e lentissimi) fogli Excel, a oggi opera in modo semi-automatico con alcuni script (in Python, per i curiosi) e solo l’ultimo passaggio grafico viene completato manualmente.

A parte il meccanismo di elaborazione anche la nostra capacità di leggere il grafico della temperatura si è andata affinando anche se, ogni tanto, ci sembra di somigliare agli aruspici di epoca romana che leggevano il futuro nelle frattaglie degli animali.

Non è sempre facile capire Internet

Abbiamo imparato che è relativamente facile individuare gli episodi puntuali, quelli che producono un picco di traffico della durata di poche ore, poi basta consultare i calendari dello sport (calcio, sempre calcio) per dare un nome a quanto è successo.

Altre volte, di fronte ad accadimenti di più breve durata oppure più diluiti nel tempo, abbiamo dovuto affinare le nostre tecniche di analisi, per individuare quale causa ci fosse dietro a quella che sembrava una piccola variazione, ma che poi, usando il “teleobiettivo” nel primo caso o il “grandangolo” nel secondo, si rivelava un fenomeno degno di nota.

Mix Internet

Ad esempio, negli ultimi mesi qui rappresentati, la settimana dal 15 al 21 marzo ha visto traffico sopra i livelli normali in quasi tutte le ore: si trattava dell’ultimo aggiornamento di Fortnite, il gioco online con milioni di appassionati.

Specialmente la giornata di martedì 16, con picchi a ripetizione al mattino, al pomeriggio e alla sera, rappresenta bene quello che succede quando è in atto un download massiccio.

Altri fenomeni sono molto meno visibili.

Ad esempio, il 10 marzo c’è stato l’incendio di un data center di Ovhcloud a Strasburgo, senza nessuna immediata ripercussione sul traffico scambiato qui da noi (tenendo conto che qui Ovhcloud ha una capacità di traffico fino a 200 Gbps).

Poi, però, guardando con attenzione, gli aruspici rilevano una sensibile diminuzione del traffico per oltre dieci ore nel successivo week end (13 e 14 marzo), dovuta proprio a Ovhcloud, che è tornata subito dopo sui livelli consueti.

Sicuramente più elusivo trovare tracce dell’ultimo caso di problematiche tecniche legate a Internet che ha meritato le prime pagine dei giornali in Italia: i problemi di Dazn nel weekend 10-11 aprile.

Guardando il grafico, siamo certamente lontani dai picchi di un Roma-Napoli di domenica 21 marzo (1.33 Tbps, il massimo del periodo considerato qui), ma tutto sommato siamo intorno alla media delle partite serali di questo campionato di Serie A.

Da navigati navigatori di Internet, se ci è consentito il gioco di parole, questo non ci stupisce molto.

Una cosa sono i disastri annunciati, come quando si fa partire una campagna di prenotazioni su un sito non adeguatamente dimensionato (e ci vuole molta faccia tosta, a posteriori, per spacciarlo per un “abbiamo avuto un successo superiore alle aspettative”).

Un’altra è quando una componente piccolissima, ma essenziale, di un sistema complesso non funziona come dovrebbe e, dall’altra parte del mondo, qualcuno che non ha (e non deve avere) nessuna nozione della sua esistenza, non riesce a guardare la sua squadra di calcio preferita.

Qualcosa che uno dei precursori di questo nostro mondo complicato, Leslie Lamport, non poteva certo immaginare quando, 36 anni fa, dette questa definizione: “un Sistema Distribuito è quello in cui il guasto ad un calcolatore di cui ignoravi perfino l’esistenza rende il tuo stesso calcolatore inutilizzabile”.

Non li chiamiamo più “calcolatori”, abbiamo imparato tantissimo sulla ridondanza e sulla resilienza dei sistemi, che ora sono distribuiti geograficamente in tutti gli angoli del mondo, ma la sostanza non è cambiata.

Alla prossima analisi del Mix.

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