L’arrivo al cloud passa per il consolidamento. E i PureSystems efficientano la transizione. Con l’open standard. Ce lo spiega Raffaele Bella.

Chi sono i veri destinatari dei sistemi integrati PureSystems e come questi devono indirizzare la propria decisione?

La domanda aleggia nelle stanze di chi deve approntare una strategia di consolidamento, non fine a se stessa, ma che ha come punto di arrivo il cloud.

Raffaele Bella, responsabile dell’Information management del Software group di Ibm, ha la spiegazione.
Valida, soprattutto, per il nuovo arrivato nella famiglia PureSystems, quel PureData che fa della gestione intima e a automatizzata del dato la propria essenza.

Essendo sistemi trasversali, sia per segmento di industria, sia per dimensione di impresa, sostiene Bella, si indirizza ad aziende con più applicazioni, con esigenze di flessibilità di gesitone e di interfacciamento dei dati.

In tal senso il PureData è da intendersi come un passo avanti, definitivo, nelle attività di consolidamento dei sistemi.
Perché è open standard.

Il sistema integrato che entra in osmosi con i dati consolida carichi di lavoro da qualsiasi database: Oracle, Sql, Informix e, ovviamente, Db2.

Il tempo di migrare

Ma la virtù dell’integrato che forse può convincere di più è quella che riguarda il fattore tempo.

Per Bella il PureData abbrevia i tempi di migrazione anche avvalendosi dell’aiuto sapiente dei partner di integrazione, tanto che il consolidamento di partenza di un ambiente Sap può avvenire in poche ore.
Nel complesso, si può migrare completamente un sistema informativo con un ordine di grandezza diverso rispetto al passato: in giorni anziché in mesi.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome