Per Ibm l’integrazione si fa in chiave Pure

Due miliardi di dollari di investimenti per lo sviluppo delle nuove piatatforme che vanno a indirizzare il mercato midrange in un’ottica di massima integrazione. Infrastruttura e applicazioni, purché in chiave aperta.

Prima ancora che un annuncio di prodotto, per Ibm si tratta di un progetto al quale è stato destinato un investimento di due miliardi di dollari e che vede integrati in una nuova proposta quattro anni di acquisizioni.
«È un progetto che si inquadra nella nostra strategia Smarter Planet, – spiega Enrico Cereda,Vice President Systems & Technology Group in Ibm Italia – che unisce hardware e software e che indirizza i le tematiche dell’esplosione dei dati, della necessità di realizzare infrastrutture It flessibili e del bisogno di scalare la complessità dell’It, lavorando su agilità, efficienza, semplicità e controllo».

Risultato?
Una nuova offerta di sistemi esperti integrati, che uniscono, cioè, in una sola macchina server, storage, virtualizzazione e networking, in un’ottica di automatizzazione e di facilità di gestione.
PureSystems il nome della famiglia. Due, invece, le declinazioni: una infrastrutturale, hardware oriented, PureFlex, e una maggiormente orientata alla parte applicativa, con integrate capabilities software, denominata PureApplication.

«Diversamente da altre proposte integrate di nostri competitor, la novità della proposta PureSystems è che si lascia al cliente finale la libertà di scelta. Non c’è nessun blocco, anche se, è chiaro, le soluzioni sono ottimizzate per le tecnologie Ibm: l’utente può scegliere quali lame montare, Intel o Power, in base al suo workload, sia esso Intel. Unix, o PowerI, può scegliere storage V7000 o di altri fornitori, così come il networking e i virtualizzatori. In questo caso le opzioni partono da PowerVm per passare a Kvm, Hyper-V e VmWare».

Un middleware aperto, è l’approccio di Ibm, che ha sviluppato il suo progetto con un focus specifico sull’integrazione dei componenti, con l’obiettivo di portare semplificazione nella gestione del datacenter.

I nuovi PureSystems indirizzano in modo specifico le esigenze delle medie imprese, in particolare le iniziative di consolidamento, di ottimizzazione, di innovazione e di migrazione verso il cloud. Non sostituiscono in nessuna sua parte l’attuale offerta server, non sono adeguate alle esigenze delle piccole imprese, e nemmeno puntano al mondo mainframe.
«Abbiamo piuttosto in mente tutto il mondo delle aziende che hanno adottato negli anni i nostri As 400 e che col tempo hanno inevitabilmente espanso la loro infrastruttura e che oggi sentono pressante l’esigenza di consolidare».
Non è dunque un caso che consolidamento senza migrazione (consolidation without migration) sia il claim scelto per i nuovi PureSystems.

Se l’offerta PureFlex, nelle sue prime configurazioni (Express proposta a 100.000 dollari, Standard proposta a 200.000 dollari ed Enterprise proposta a 300.000 dollari), è immediatamente disponibile, anche se il pricing non è stato al momento reso noto, bisognerà aspettare l’estate per la declinazione PureApplication.
In questo caso, al layer infrastrutturale si aggiunge un layer middleware sul quale poi poggia la parte applicativa.

Cuore della proposta PureApplication è il PureSystems Centre, una sorta di store (”ma per favore non chiamiamolo Apps Store) dal quale è possibile fare provisioning di soluzioni software ricercabili per area, industria o sistema.
«Già in questa fase abbiamo inserito in PureSystems Centre soluzioni applicative ottimizzate per la piattaforma di oltre 100 Isv», precisa Cereda, sottolineando come tra i primi Isv compaia il nome di Sap.

Le applicazioni passano attraverso un processo di certificazione che le rende PureSystems Ready: «Certificare le applicazioni significa di fatto incapsularle in un pattern che include l’applicazione e tutto quanto può servire per farla funzionare al meglio, ovvero per meglio implementarla nell’infrastruttura, in un processo che al cliente non richieda più settimane o mesi di lavoro, ma solo pochi minuti».

Per il lancio dei nuovi PureSystems Ibm non solo sta mettendo a punto programmi di finanziamento con Ibm Global Financing, che prevedono il ritardo del pagamento, ma anche e soprattutto offerte di buyback a fronte di sostituzione di macchine Oracle, Hp e Cisco.

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