Ciniero: logiche Cams per Ibm e per i suoi Business Partner

Parla l’amministratore delegato della filiale italiana della società. Cloud, analytics, mobile e social sono i quattro driver che guidano la strategia. E se i server x86 andranno a Lenovo, SoftLayer è il nuovo top asset.

Va subito al sodo, Nicola Ciniero, presidente e amministratore delegato di Ibm Italia, e in apertura dell’evento annuale dedicato ai Business Partner della società affronta il tema più spinoso: la cessione del business del server X86 a Lenovo.
”L’accordo potrebbe essere formalizzato nel corso dell’estate – spiega – e gli asset resteranno a noi fino alla fine dell’anno. Per cui dobbiamo fare del business su questi prodotti ancora per tutto il 2014. Non solo. L’intesa raggiunta non è una replica di quanto avvenne a suo tempo con i pc: Ibm continuerà a sviluppare e manutenere queste linee di prodotti per i prossimi cinque anni. E si è tenuta i patent dei Pure System, che rappresentano un asset fondamentale nell’ottica dello sviluppo di un ecosistema cloud.

Del resto, è la conclusione cui porta la platea, quando un business diventa commodity Ibm alza la barra, così come ha fatto con le Dram nel 1999, con gli hard disk nel 2002, con i pc nel 2005, con le stampanti nel 2007.

Quanto al mercato, Ciniero da un lato è tranchant: ”Il 2014 è un anno di svolta ed è la prova che il passato non torna. Non solo. È una svolta tale che impone a tutti, a Ibm e a voi partner in primo luogo imprenditori, un ingaggio diverso sul mercato, per poter mantenere un business sostenibile”.

Dall’altro, però, il manager sceglie l’ottimismo.
Non è vero che il mercato è sceso: è vero piuttosto che continuiamo a misurarlo con i vecchi sistemi e le vecchie metriche, dimenticando, ad esempio, quanto è andato all’estero in outsourcing, togliendo di conseguenza punti di fatturato al Paese, o quanto viene acquistato direttamente sui mercati esteri, rimanendo nascosto al mercato nazionale”.
Meglio, dunque concentrarsi sui segnali che dal mercato arrivano.

Il mercato è in crescita, secondo Ciniero
, guidato alla pluralità dei dispositivi e dalla mobilità.
”Non si è mai registrata prima d’ora una disponibilità di device cosi violentemente intelligenti: è però arrivato il momento di abilitare con i contenuti tutta questa intelligenza. Certo, bisogna cambiare direzione, ed è quello che anche Ibm ha fatto e sta facendo, ad esempio nell’area del cognitive computing con il progetto Watson”.

Secondo Ciniero è questo il momento di decidere cosa si vuole fare e dove si vuole stare.

Lo scorso anno Cloud, Analytics, Mobile e Social (Cams secondo l’acronimo usato in tutta la giornata) hanno rappresentato il 35 per cento mercato It italiano e sono destinati ad arrivare al 46 per cento entro i prossimi due anni.
C’è di che riflettere.

Per Ibm il manager indentifica tre obiettivi:
– costruire nuovi mercati trasformando industrie e professioni attraverso i dati, riprendendo in questo caso la vision di Ginni Rometty dei dati come risorsa naturale;
– ricostruire l’it aziendale nell’era del cloud;
– abilitare nuovi sistemi di ingaggio per le imprese, comprendendo che sta cambiando il modo in cui le organizzazioni si mettono in relazione con gli individui e ne comprendono le esigenze.

E in un mondo di logiche diverse, più che i server x86 quel che serve sono le tecnologie che consentono alle imprese di spostare gli investimenti dai capex verso il core business, fruendo quanto più possibile on demand.
Ed è per questo che se da un lato Ibm è pronta a cedere a Lenovo i server X86, dall’altro acquista SoftLayer, che le consente di muoversi in una logica pure cloud, smaterializzando i Capex per trasformarli in Opex.
”Con SoftLayer abbiamo la possibilità di aggredire i nuovi modelli di consumo e indirizzare sia il mercato tradizionale, sia tutto il mondo Cams”.

SoftLayer significa 1,2 miliardi di nuovi investimenti, 40 datacenter, centinaia di configurazioni.
Ciniero mette sul piatto expertise e competenze di un’azienda che da oltre 100 si occupa di sviluppo tecnologico e confronta la proposta di Ibm nel cloud con quella di Amazon: ”Ospitiamo il 30 per cento di siti in più rispetto ad Amazon, 24 delle prime 25 Fortune 500 utilizzano cloud Ibm, abbiamo centiania di configurazione, contro le loro 14, e 2000 Api contro le loro 600”.
E comunque, conclude tornando di fatto al tema della giornata, anche in Italia SoftLayer presuppone l’investimento in un ecosistema di Msp, Isv e business partner focalizzati su aree di mercato a forte crescita, come il mobile, gli analytics e l’ecommerce.
E’ un business per il reseller e anche per i distributori, che possono vendere sia i nuovi servizi sia il bare metal”.
E’ un business da abilitare per chi di mestiere vuol fare l’abilitatore.

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