Ca Technologies: 5 sfide per chi fa rotta sul nuovo It dinamico

Nei prossimi 12 mesi avranno la meglio i Cio che, guidati da una user experience sempre più integrata e dai giusti investimenti in istruzione tecnica, promuoveranno un coinvolgimento più intenso fra business e servizi erogati.

Sono in tutto cinque le principali tendenze che, secondo Ca Technologies, caratterizzeranno il mondo dell’It nel 2014.
Prima fra tutte un deficit delle competenze all’interno delle imprese.

Quelle realmente intenzionate a investire nelle tecnologie social, mobile e cloud per coglierne i reali vantaggi strategici dovranno imporre al proprio interno un radicale cambiamento nella cultura e nel bagaglio di skill in loro possesso.

Carenza di personale qualificato
I Big Data richiedono, infatti, una nuova figura professionale, ovvero sia il data scientist, mentre i progressi registrati nelle tecnologie per la mobilità e il social networking e nelle tecnologie a sensori dipendono da una riqualificazione del disegno e dell’architettura delle applicazioni e delle interfacce utente.

Peccato che, secondo un recente studio condotto dalla Georgetown University, prima della fine del 2018, nei soli Stati Uniti, mancheranno all’appello ben tre milioni di laureati in discipline tecnico-scientifiche e che “solo investendo in programmi mirati e creando opportunità giovanili per l’approfondimento nelle specializzazioni nelle discipline Science, Technology, Engineering e Math, potrà nascere una nuova generazione di innovatori e leader”.


SaaS, PaaS e IaaS: accesso “chiavi in mano” alla capacità elaborativa

Vero è che, oggi più che mai, con il proliferare delle modalità di creazione e deployment delle applicazioni “l’It ha tutte le carte in regola per assumere il ruolo di assemblatore di applicazioni e broker di servizi per il business”.

In questo tipo di ambiente, è la convinzione espressa da Ca, i Cio che decideranno di innovare puntando sulla gestione di app e servizi accresceranno il potenziale di successo della loro azienda.
A patto, però, che sappiano valorizzare le architetture di tipo Soa attraverso un utilizzo più efficiente e un maggior controllo delle Api, la cui economia è alimentata dallo sviluppo delle applicazioni.


Sotto il segno dell’Experience-Driven Design

Immersa in questo scenario, conferma allora il fornitore statunitense di soluzioni per la gestione dell’It, la user experience diviene il focus principale per il design di qualsiasi cosa.
E a darle ragione ci pensano servizi It, “che hanno ormai aderito completamente a un’ottica imperniata sugli utenti consumer”, mentre la crescente diffusione dell’Experience-Driven Design “richiederà una metodologia di sviluppo software simil DevOps, in cui sviluppatori e operatori It lavorano assieme per velocizzare la distribuzione di nuovi servizi per il business”.

Stando, inoltre, alle previsioni di Ca: lo sviluppo “Mobile First” cederà il passo ad approcci “Experience First” multicanale che si avvarranno di smartphone, tablet, smart Tv, console di gaming, portatili e qualsiasi altra piattaforma che un utente consumer possa pensare di utilizzare quando desidera un prodotto o necessita di un servizio.
La gestione dell’It sulle piattaforme mobile/social – si legge in una nota ufficiale – si occuperà meno di amministrare e proteggere i dispositivi, e più della gestione e sicurezza delle applicazioni e dei dati di tipo mobile, senza tuttavia rinunciare a garantire una user experience accattivante e avvincente”.


Consumatori autodidatti in cerca di risposte concrete

Da qui l’esigenza di uno sviluppo immediato per rispondere alla crescente e inesorabile richiesta da parte di utenti consumer e dipendenti in cerca di esperienze sempre più accattivanti e coinvolgenti via via che acquisiranno maggiore dimestichezza con le applicazioni e le tecnologie esperienziali multicanale, come quelle basate su sensori.

Queste esperienze evolute imporranno lo stesso livello di agilità da ogni azienda, andando ad alimentare la necessità di ricostruire framework tradizionali da cui estrarre i concetti più validi per adeguarli a “uno sviluppo agile e moderno”.


Aperto e sicuro: i crucci del paradigma collaborativo

Va da sé che, in un siffatto scenario, la sicurezza si conferma la principale priorità sia per l’It che per il business a protezione di imprese aperte, in rapida espansione ma dove il paradigma collaborativo non può andare a discapito della protezione del business aziendale.

Serve una strategia di previsione, prevenzione e preparazione in vista di una possibile violazione della sicurezza da abbinare a strumenti di sicurezza pratici ma automatizzati sul back end.

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