Se a spiegare il cloud computing è l’Internet service provider

Ne viene fuori un decalogo che, stilato per l’occasione da Enter, sottolinea le peculiarità di un nuovo modo di fruizione delle risorse di calcolo e storage.

Decisa a spiegare anche ai non addetti ai lavori la propria idea di cloud computing, l’Internet e cloud service provider italiano Enter ha stilato un decalogo delle cose da sapere su quella che, sostiene, non può essere etichettata come una semplice rivoluzione tecnologica, ma come un nuovo modo di fruizione delle risorse di calcolo e storage.

All’interno di una modalità attivabile via Web in self service, misurabile, in cui il pagamento è corrisposto in base al consumo, dove si risparmia sui costi infrastrutturali, la scalabilità è misurabile in tempo reale e l’accesso è praticabile da qualsiasi dispositivo in mobilità, la virtualizzazione è solo il primo passo verso il cloud.

Per dirla con le parole di Enter: «È uno step intermedio tra il “server in cantina” e i “server sulla nuvola”».

In tal senso, in ottica IaaS, con il cloud gli utenti non acquistano server ma risorse di calcolo, tanto che chi sceglie un’infrastruttura cloud ha la libertà di aumentare o diminuire le risorse di computing allocate e di avere una tariffazione puntuale legata alle proprie esigenze.

Con il cloud, è l’ulteriore puntualizzazione, aziende di qualsiasi dimensione pagano le risorse solo per il tempo di effettivo utilizzo la cui tariffazione, in base alle scelte del provider, può avere un conteggio su base giornaliera, oraria o addirittura al minuto.

In termini di scalabilità, poi, l’invito è a immaginare di gestire il blog di un personaggio famoso e di voler mandare in onda una diretta streaming potenzialmente vista da un paio di milioni di persone, con alcune migliaia di accessi contemporanei. Una soluzione non-cloud, suggerisce Enter, potrebbe obbligare ad acquistare decine di server e a riempire il Ced di macchine dedicate ma che, poi, rimarrebbero inutilizzate.
Se i server sono cloud, invece, diventa possibile allocare le risorse di calcolo necessarie solo per il tempo dell’evento e scalarle in tempo reale in base ai picchi di accesso.

Non solo.

Grazie ai sistemi di backup e recupero dati previsti per contratto dai cloud provider, la nuvola agevola la sicurezza dei dati replicando istantaneamente i dati in caso di down di una macchina per un servizio erogato praticamente “senza soluzione di continuità”.

Non senza sapere che il cloud pubblico è quello per cui tutti i dati degli utenti risiedono nei datacenter dei provider, ma l’utente non sa esattamente dove, mentre nel cloud privato sia l’infrastruttura sia dati sono di proprietà di chi utilizza il servizio. Ciò che conta, però, è che tutto sia sempre disponibile al fine di sfruttare al meglio il servizio.

Anche perché, in un contesto che ci lega sempre di più al mobile, alla multimedialità e al social networking, i Big Data risiederanno sempre di più sulla nuvola e, nonostante la loro numerosità e il loro peso, dovranno essere accessibili da qualunque dispositivo.

Grazie al cloud computing, inoltre, aggiornamenti o manutenzioni diventano compito del provider facendo dimenticare ai clienti la necessità di aggiornare hardware e software sostenendo costi di manutenzione delle macchine o per riporre i propri dati e applicazioni su sistemi più aggiornati e controllati disponibili in commercio.

Considerato, poi, che Stati Uniti ed Europa hanno regolamenti differenti, Enter ricorda che alle aziende italiane conviene il cloud europeo, visto e considerato che l’Unione Europea è già impegnata nella regolamentazione dei servizi cloud, soprattutto in merito ai temi relativi alla privacy.

In Italia esiste, infine, un vademecum sul cloud erogato dal Garante della Privacy che, in tema di protezione dei dati personali, ha pubblicato la guida “Cloud Computing: proteggere i dati per non cadere dalla nuvola”.

Ancora una volta, chi decide di approcciare strategie cloud deve effettuare verifiche sull’affidabilità del fornitore; privilegiare i servizi che favoriscono la portabilità dei dati; assicurarsi la disponibilità dei dati in caso di necessità e verificare tempi e modi di conservazione dei documenti.

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