Solo il Nord propenso a innovare la sanità con l’Ict

Secondo il Polimi in Italia il settore investe 920 milioni di euro all’anno. Sud in ritardo. La forbice dei budget si allarga. Troppo debole il ruolo del Cio per Mariano Corso.

L’Osservatorio Ict in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, con il contributo dell’Ict Institute del Politecnico di Milano e in collaborazione con Senaf/Exposanità ha decretato che il budget complessivo in Ict per le strutture sanitarie italiane pubbliche e private ammonta a 920 milioni di euro.

È concentrato per il 79% tra le strutture del Nord, dove si registra una spesa pro capite di 21 euro, contro i soli 9 euro per abitante nel Sud e nelle Isole.

Gli investimenti sono destinati ad aumentare nei prossimi tre anni, ma paiono ancora insufficienti. Il rapporto tra budget Ict e spesa complessiva aziendale infatti si attesta su un valore medio di circa l’1%, quota ancora lontana dai target europei.

Per il 2011 si prevede una crescita moderata degli investimenti Ict delle strutture sanitarie rispetto al 2010, confermata dalle previsioni per i prossimi anni in cui il 54% dei Cio indica un aumento degli investimenti e il 28% una diminuzione.
Per le spese di gestione corrente invece i Cio prevedono una sostanziale invarianza.

La volontà di fare innovazione nella sanità cozza con una governance frammentata e inefficace che insabbia nella dialettica di troppi decisori i buoni propositi e i piani di cambiamento.

Ampio il divario tra chi spende poco e chi spende molto: cresce sia la percentuale di strutture sanitarie che destinano all’Ict oltre 2,5 milioni di euro sia quella delle strutture con budget inferiore al milione.
E le aziende ad alto budget sono quasi tutte concentrate nel Nord-Ovest e nel Nord-Est, mentre quelle a basso budget sono, per oltre la metà al Centro, al Sud e nelle Isole.

Per arrivare a questi dati la ricerca ha individuato i percorsi di innovazione e razionalizzazione necessari a coniugare l’efficacia e la qualità della cura con una maggiore efficienza nell’uso delle risorse, attraverso un’analisi empirica che ha coinvolto un campione di Cio, direttori generali, amministrativi e sanitari di 176 strutture sanitarie pubbliche e private italiane, tra Asl, aziende ospedaliere, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e ospedali privati.

Per il Responsabile scientifico dell’Osservatorio Ict in Sanità, Mariano Corso, il contributo positivo dell’innovazione sui processi e sull’organizzazione delle strutture sanitarie non è ancora pienamente compreso e sfruttato per molteplici ragioni.
C’è sicuramente la limitatezza delle risorse economiche investite, ma anche la debolezza del ruolo assegnato ai Cio con la conseguente mancanza di una governance unitaria degli sviluppi Ict a livello aziendale.
C’è poi la carenza di competenze interne alla Direzione Ict delle singole strutture e la visione locale con cui vengono pianificati e gestiti gli investimenti, insieme all’incapacità di fare sistema promuovendo lo sviluppo e il riuso di best practice.

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