Innovazione: chi bussa alla porta dell’azienda

Cloud, social network, mobility e Apps. Le tendenze sono chiare, il loro utilizzo in azienda meno.

«Oggi non mancano le rivoluzioni Ict che bussano alla porta delle imprese e dei loro sistemi informativi; bisogna solo capire se le strutture It hanno intezione di aprirsi ai nuovi paradigmi, nella consapevolezza però che mancare questi appuntamenti può essere molto rischioso», ha detto Mariano Corso, responsabile scientifico Management Academy for Ict executive del Politecnico di Milano, nel corso del convegno di fine anno.

Un primo esempio è il cloud computing: «Una rivoluzione molto annunciata e ancora poco praticata, ma che cambia la logica dell’Ict in diverse aree: nella definizione e localizzazione degli asset, nella definizione dei costi, su temi critici come l’integrazione e la progettazione delle architetture ridefinendo, inoltre, ruoli e competenze interni ed esterni».

Un approccio che potenzialmente potrebbe portare enormi benefici, ma che oggi quando si concretizza coinvolge le applicazioni più generiche e gli asset meno importanti: «Le grandi aziende ricorrono al cloud per ridurre i tempi di attivazione delle nuove iniziative e per scontare gli investimenti iniziali; nelle Pmi invece il 50% delle imprese non sa nemmeno di cosa si sta parlando» ha detto Corso.

Un secondo tema è quello del social networking: «Da una nostra indagine che ha coinvolto oltre 162 manager aziendali di tutte le età, abbiamo riscontrato che ormai è altamente apprezzata la capacità di questi strumenti di abilitare comunicazioni e collaborazioni molto più facili tra le persone; questi soggetti hanno la sensazione, finalmente, di dominare la tecnologia, e gli strumenti ritenuti importanti per le loro relazioni sono oltre al social network, l’instant messaging, i wiki e i forum».

Quante aziende stanno oggi pensando di fare tesoro di queste capacità che arrivano da fuori e si stanno concoslidando nella vita delle persone? «Molto poche – per Corso – il fenomeno è ancora visto come una moda che passerà velocemente».

Un utilizzo dell’innovazione basato però su azioni elementari emerge invece quando si affronta il tema della mobility. Oggi un utente mobile aziendale utilizza il suo dispositivo prevalentemente per leggere la posta elettronica (89%) o per consultare l’agenda degli appuntamenti (84%), mentre solo il 9% si informa sulla disponibilità di merci nel magazzino aziendale.
«Ma nei prossimi tre anni i mobile worker esterni aumenteranno del 41%, mentre la vera novità saranno i mobile worker interni, quelli che si trovano nell’arco di più giorni a lavorare in più sedi dell’azienda, ma anche quelli che stanno prevalentemente nella stessa sede; sempre nei prossimi tre anni questi utenti cresceranno del 61%», ha spiegato Corso.

Questo dovrebbe portare i sistemi informativi a iniziare a pensare a modalità nuove per accedere anche alle applicazioni transazionali di business, implementando soluzioni di virtualizzazione del dektop e guardando alle Apps come modello di successo per lo sviluppo e la distribuzione delle applicazioni mobili: «Ma questi temi attualmente sono ancora poco interessanti per l’Ict aziendale».

La sottovalutazione delle innovazioni che oggi circondano i sistemi informativi può essere molto pericolosa: il rischio non è che queste innovazioni non vengano prima o poi implementate, ma che siano imposte da altre figure di business e non guidate dal Cio: «L’It tornerebbe a essere un costo amministrativo e questo significherebbe un ritorno al passato che non vogliamo più vedere», ha detto Arrigo Andreoni, presidente ClubTi di Milano.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome