Red Hat, la virtualizzazione aperta non si ferma mai

Enterprise Virtualization 3.1 e CloudForms 1.1 sono il nuovo stadio della roadmap di lungo corso per l’efficienza It. Ce lo spiega Gianni Anguilletti.

Lo scenario in cui si inseriscono i nuovi annunci di Red Hat è fatto da continui cambiamenti. «Gli utenti vogliono prodotti e servizi sempre disponibili – ci dice Gianni Anguilletti Country manager di Red Hat – . Da una parte le aziende vogliono essere più intelligenti, interpretare enormi quantità di dati, essendo innovative, e ovviamente facendo di più con meno. I fenomeni strutturali come i big data, le Soa, il cloud fanno parte del loro quotidiano. In questo scenario Red Hat è profondamente convinta che l’anello di congiunzione sia l’opensource, tanto da impegnarsi strenuamente nel rilascio di uno stack open».

Ed è in quest’ottica che vanno inquadrati i rilasci di questi giorni.

Red Hat, infatti, ha annunciato la disponibilità di Red Hat Enterprise Virtualization 3.1, apportando una serie di novità alla sua piattaforma di virtualizzazione enterprise.
La versione 3.1 arricchisce Rhev di nuove opzioni che ne migliorano la scalabilità, l’interfaccia di gestione ed amministrazione da parte dell’utente, oltre alle funzionalità di networking, storage e virtual desktop. Consente una maggiore scalabilità delle machine virtuali guest, permettendo di supportare fino a 160 Cpu logiche e fino a 2 Terabyte di memoria, per ogni macchina virtuale, ed aggiorna il suo hypervisor Kvm a supporto dei recenti processori standard x86.

«Red Hat Virtualization 3.1 eredita l’impostazione da Enterprise Linux, di cui è un device – ci dice Anguilletti -. Incorpora Security Enhanced Linux, che isola le macchine virtuali da attacchi esterni. Aumenta le performance a 160 Cpu. Ha un’interfaccia di gestione nuova.
E l’amministratore può aprire un sottoportale per gli utenti, che diventano autonomi nel gestirsi le risorse di virtualizzazione
».

Si può parlare, quindi, di gestione dal basso, con un self service user portal.

Un aggiornamento fondamentale di Rhev 3.1 è la sua integrazione con Red Hat Storage, la soluzione software storage open source per la gestione dei dati a livello di blocchi, file e oggetti, strutturati e non strutturati. Basata sulla tecnologia GlusterFS, ottenuta nell’ottobre 2011 con l’acquisizione di Gluster Inc, Red Hat Storage Server 2.0 è stato reso disponibile a livello globale nel giugno 2012, offrendo un sistema software storage scale-out aperto e unificato.

Rhev 3.1 ha poi ottenuto la certificazione per applicazioni Sap in ambiente Rhel.
«Averla come partner significa avere un punto di riferimento del mercato, ci indica che i carichi mission critical su Linux non sono più un tabù, ma un trend consolidato, cui sempre più aziende stanno migrando».

Red Hat CloudForms, piattaforma di management per cloud ibridi e aperti per permettere alle aziende di realizzare e gestire cloud ibridi IaaS, arriva alla versione 1.1, che integra aggiornamenti come System Group, che permette agli amministratori di organizzare i sistemi affinché svolgano azioni quali l’aggiornamento dei package su numerosi sistemi come se fosse uno solo, il supporto Ldap, che consente alle aziende di sfruttare le loro soluzioni di identity management all’interno di CloudForms., il content searching, che fornisce la possibilità di cercare rapidamente all’interno di tutti gli ambienti applicativi contenuti specifici.

Di CloudForms 1.1 per Anguilletti l’elemento di novità è la consistenza della strategia:
«realisticamente, eravamo già avanti con la precedente versione».
A chi interessa? «Alle aziende che hanno chiaro quanto può essere funzionale un’architettura It più agile».

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