Chi virtualizza i servizi di sviluppo vince

Nelle grandi aziende il team di sviluppo interno rilascia in media 6,5 release all’anno, con tendenza alla crescita. Serve fluidificare il ciclo di testing. Risulta da una ricerca di Coleman Parkes per Ca Technologies.

Secondo un’indagine svolta da Coleman Parkes per Ca Technologies su 100 manager dello sviluppo tecnologico di grandi aziende (oltre il miliardo di fatturato) la virtualizzazione dei servizi aiuta le aziende ad accelerare i tempi di sviluppo dei progetti, a migliorare la qualità delle applicazioni e a ridurre i costi complessivi di testing.

Con virtualizzazione dei servizi si intende quel complesso di operazioni che consente di testare le applicazioni lungo tutto il ciclo di sviluppo simulando la complessità degli ambienti reali senza investire in infrastrutture hardware, eliminare ostacoli e limitazione prima della messa in produzione, migliorando la qualità del codice e delle applicazioni prodotte.

Lo studio evidenzia la tendenza da parte delle aziende a internalizzare le attività di sviluppo e testing delle applicazioni per motivi di privacy (per il 75% del campione) e per rispondere più velocemente allo sviluppo di nuovi servizi richiesti dai clienti, come per esempio, applicazioni per il mobile.

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Il software viene cioè sempre più prodotto e testato in house, (solo per il 25% dei rispondenti le attività avvengono in outsourcing) con conseguenze sul carico di lavoro e sulla pressione cui vengono sottoposti i team di sviluppo.

Se in media un team di sviluppo rilascia 6,5 release all’anno, quasi la metà degli intervistati (45%) prevede di effettuare un numero di rilasci ancora più elevato nel 2012 e, addirittura, un terzo del campione pensa di realizzare non meno di 10 release l’anno.
Inoltre, per la maggioranza dei responsabili di sviluppo interpellati dallo studio (67%), oltre a un numero maggiore di rilasci, crescono in maniera esponenziale le funzionalità per ogni release.

Questo significa più righe di codice e, di conseguenza, potenzialmente più ore di testing, collaudo e possibilità di anomalie.

Parallelamente diminuisce il tempo a disposizione per sviluppare, testare e mettere in produzione le applicazioni: se in media un progetto dura 5 mesi, nel 28% dei casi questi vengono svolti nell’arco di soli tre mesi.

Queste attività complesse si scontrano con una serie di problematiche legate al ciclo di sviluppo e testing: sistemi non disponibili o inaccessibili per problemi di schedulazione o ritardi nell’implementazione dei progetti; sistemi in cui simulare il comportamento delle applicazioni che non sono all’altezza degli ambienti reali, o troppo complessi (come nel caso di mainframe) e costosi (es servizi erogati in cloud o in altre modalità condivise)
da clonare attraverso i tradizionali approcci basati su hardware.

Tutto questo rende più difficile il test di nuove applicazioni e aumenta il rischio che il codice rilasciato contenga errori imprevisti o interazioni non pianificate con altri sistemi (il 64% del campione ammette di non disporre di strumenti per comprendere in modo adeguato possibili anomalie), con il rischio di ritardare la chiusura del progetto e avere costi aggiuntivi significativi.

Secondo il campione dello studio questi problemi possono avere conseguenze sul business: perdita di reputazione sul mercato (per il 94% del campione), perdita di clienti (92%), ritardo nell’erogazione di nuovi servizi ai clienti (74%), ridotte funzionalità con ricadute sulle interfacce utente (70%) e aumento delle chiamate dirette al centro assistenza clienti (24%).

In questo contesto la virtualizzazione dei servizi può apportare vantaggi alle aziende e ai team di sviluppo poiché offre la possibilità di testare le applicazioni su infrastrutture virtuali, senza dover investire in attrezzature hardware e simulando ambienti complessi molto simili a quelli reali, per vedere come si comporterebbero le applicazioni prima della loro messa in produzione, riducendo sensibilmente anomalie e, successivamente, rischi di dowtime e interruzioni di servizio.
In particolare è possibile accelerare il time to market perché diminuiscono i tempi di sviluppo delle applicazioni custom che vengono rilasciate sul mercato in tempi più brevi.

In alcuni casi grazie alla virtualizzazione dei servizi il ciclo di vita del software si è ridotto del 25%-50% e si sono azzerati o quanto meno ridotti drasticamente i costi legati alle infrastrutture hardware e software utilizzate nei laboratori per i test e le simulazioni.

Inoltre, la possibilità di anticipare i cicli di testing, già nella prima fase di verifica del codice, consente di individuare da subito difetti, risolvere in modo più tempestivo eventuali anomalie e migliorare complessivamente la qualità delle applicazioni.

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