Otto videoproiettori sul banco di prova

Le nuove tecnologie li hanno resi più piccoli e luminosi. Il test di 8 modelli, con prezzi a partire da 1.000 euro.

Aprile 2007 Dopo il PC e la stampante, il videoproiettore è
probabilmente lo strumento tecnologico più usato nelle aziende. Dal marketing
alle vendite, dalla formazione alla produzione, non c’è settore
che non richieda il pronto intervento di uno strumento per comunicare per immagini
con la massima efficacia e versatilità.
Ma cosa deve chiedere al videoproiettore chi lavora? Prima di tutto bisogna
domandarsi se l’installazione dovrà essere fissa o mobile. Questa
discriminante è fondamentale perché i prodotti destinati a viaggiare,
o anche solo a cambiare frequentemente stanza, hanno spesso caratteristiche
e costi molto diversi.

In quest’osservatorio ci concentreremo soprattutto sui modelli portatili, che
non vantano risoluzioni strabilianti e possono generalmente essere usati convenientemente
a una distanza massima di 6-10 metri dallo schermo. Questi proiettori devono
naturalmente essere robusti, ma anche e soprattutto leggeri e facili da installare
e configurare, in modo che si possa allestire una postazione di proiezione in
pochi minuti senza l’intervento di tecnici. Il formato nativo dello schermo
deve essere 4:3, ovvero lo stesso fattore di forma della maggior parte degli
schermi dei PC usati a tutt’oggi in azienda.

Su questo punto il mercato è diviso in due in modo piuttosto netto.
Si stanno diffondendo infatti anche prodotti in formato wide nativo, più
indicati per l’home entertainment, pronti per l’uso con sorgenti
ad alta definizione e progettati per rendere al meglio gli effetti speciali
del cinema hollywoodiano. Simili soluzioni non sono adatte alle presentazioni
di PowerPoint, specie a quelle fatte in fretta e furia con font troppo piccoli
o colori poco contrastanti.
Spesso si chiede a un proiettore portatile di essere in grado di lavorare anche
in stanze non del tutto oscurate e su pannelli di fortuna, non completamente
bianchi o omogenei. Questa è la sfida più grande a cui sono sottoposti
i costruttori, e passi avanti in questa direzione non mancano. Si tratta però
di esigenze che si scontrano direttamente con la necessità di contenere
peso e ingombri.

Il mercato dei videoproiettori
Attualmente il business dei videoproiettori cresce di circa il 18% ogni anno.
Malgrado il mercato sia costituito per quasi l’80% da prodotti destinati
alle aziende, molti vendor stanno puntando con rinnovata forza in direzione
dell’home cinema, il settore che sta maggiormente traendo vantaggio dai
miglioramenti tecnologici e dall’abbassamento dei costi. Ad aiutare questo
processo c’è il lancio dell’alta definizione, che richiede
schermi sempre più ampi per essere apprezzata davvero. Si prevede una
crescita del 40% nel 2007 per il mercato dei proiettori capaci di produrre le
1.080 linee verticali interlacciate (risoluzione minima necessaria all’alta
definizione – le linee verticali vengono generate metà alla volta alternando
le pari e le dispari).

Di conseguenza molti produttori cercano di orientarsi anche verso il mercato
del divertimento e quasi tutti i prodotti che abbiamo decritto in queste pagine
hanno modalità preimpostate che portano nomi come “gioco”
o “cinema”, pur essendo sostanzialmente strumenti di lavoro. Le
vendite dei proiettori esclusivamente da ufficio sono invece stabili da diversi
anni. Quanto ai prezzi, secondo diversi analisti, c’è da aspettarsi
ulteriori ribassi nel corso dell’anno.

Le due tecnologie in gioco DLP o LCD
La tecnologia che interagisce col fascio luminoso per generare l’immagine
è solitamente un LCD (Liquid Crystal Display) o un DLP (Digital Light
Processing). Il primo è un elemento semitrasparente che, attraversato
dalla luce, proietta le immagini in modo simile a quanto avviene con i normali
schermi per PC e notebook. Il secondo si basa su una struttura denominata DMD
(Digital Micromirror Device): un semiconduttore costituito da micro-specchi
capaci di opacizzarsi o riflettere la luce per formare l’immagine. Come
si può immaginare si tratta di tecniche molto diverse, soprattutto per
quanto riguarda il modo di rendere i colori. L’LCD può essere a
più strati, ciascuno corrispondente a uno dei colori primari, mentre
il DLP deve essere sincronizzato con un disco rotante semitrasparente che cambia
colore, proiettando tre immagini in sequenza che sarà l’occhio
umano a percepire come un’unica tonalità. Lo svantaggio di questa
soluzione adottata dal DLP è che sbattendo gli occhi o spostando lo sguardo
si possono percepire striature colorate fastidiose o affaticanti.

I prodotti migliori attenuano questo disturbo aumentando la velocità
di rotazione del disco con i colori, ma la soluzione definitiva sono i prodotti
a triplo chip che hanno però costi proibitivi. Anche l’LCD può
essere triplo, con guadagno in brillantezza e naturalezza e con minore affaticamento
per gli occhi. In questo caso i costi aggiuntivi sono più contenuti.

Il problema della temperatura
Un proiettore è prima di tutto una lampada con una lente. La potenza
di questa lampada influenza tutte le caratteristiche d’uso del prodotto.
I proiettori di qualche anno fa erano necessariamente pesanti, costosi e ingombranti
perché usavano invariabilmente tre fasci di luce per proiettare i tre
colori primari. Questi fasci dovevano collimare con precisione e ci voleva un
notevole sistema di raffreddamento per mantenere bassa la temperatura di un
simile triplo cannone.
Oggi quasi tutti i prodotti usano un solo fascio che attraversa l’elemento
che contiene l’immagine (LCD o DLP), che è la versione digitale
della pellicola. Anche così però il problema di non far raggiungere
alla lampada temperature proibitive rimane primario e, più luce c’è,
più calore dovrà essere smaltito. È questo il freno principale
alla miniaturizzazione.

Le connessioni
Ingressi e uscite sono un buon indizio della versatilità di un videoproiettore,
ovvero della sua capacità di far fronte a diverse esigenze di installazione.
La dotazione minima prevede un connettore D-sub per collegare la classica uscita
VGA analogica. In alcuni casi questo connettore può veicolare con un
adattatore opzionale anche il segnale component, suddiviso nei colori primari,
utilizzato dalle sorgenti video ad alta definizione.

Non dovrebbero mancare poi i classici ingressi composito (singolo connettore
di colore giallo) e S-video (connettore rotondo multipolare), che servono per
collegarsi a sintonizzatori e riproduttori video portatili. Il DVI è
infine lo strumento chiave per accedere alle risoluzioni più elevate
mantenendo la massima qualità del segnale. Molti proiettori hanno anche
un ingresso audio per l’eventuale altoparlante integrato e un’uscita
VGA passante per tornare al monitor. Una connessione ambita, talvolta disponibile
con un modulo opzionale, è quella wireless, ma non sempre la velocità
e l’efficienza del collegamento tengono il passo al flusso dei dati, specie
a risoluzioni elevate.

Occhio alla lampada
I videoproiettori attuali nascondono un costo di manutenzione importante, la
lampada, il cui costo oscilla tra i 200 e i 550 euro a seconda del modello (vedi
il sito www.ricambiolampade.com) . Normalmente una lampada garantisce dalle
2.000 alle 3.000 ore di funzionamento, sufficienti a coprire diversi anni di
efficienza in un contesto lavorativo, ma la vita può accorciarsi se la
sottoponiamo a uno stress termico eccessivo.
Comportamenti scorretti come staccare la spina prima che il proiettore abbia
completato il suo ciclo di raffreddamento portano a un’usura molto più
marcata di questo delicato componente, che potrebbe anche esplodere.

Citiamo l’ingegnosa tecnologia adottata dal proiettore Sony che abbiamo
provato, capace di mantenere le ventole in funzione per qualche secondo anche
se scollegato dall’alimentazione, in modo da completare il ciclo di raffreddamento.

La durata indicativa può essere aumentata servendosi della modalità
a basso consumo, e sacrificando la luminosità, oppure limitando il numero
di ore continuative di attività (non più di 4 o 5 ore al giorno)
e assicurandosi che sulla lampada non cada molta polvere oppure non finiscano
altri agenti contaminanti presenti nell’aria. Ogni proiettore memorizza
il numero di ore di accensione trascorse e segnala quando è il momento
di sostituirla. A fine vita, la lampada diventerà comunque meno luminosa.
La durata specificata è un valore statistico e potrebbe risultare più
breve nonostante le precauzioni.

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