Investire in big data fa subito Roi sette volte su dieci

Lo hanno detto 569 It manager ad Avanade.

Avanade ha reso noti i risultati di un’indagine condotta a livello globale sul tema dei big data e che ha coinvolto 569 dirigenti aziendali e responsabili dell’area It.

La ricerca “Is Big Data Producing Big Returns?” è stata condotta a livello globale da Wakefield Research, coinvolgendo di livello C, decisori It e responsabili di aziende in 18 Paesi fra Nord America, Europa, Sud America, Asia e Sud Africa.

Dall’indagine è emerso che gli investimenti fatti dalle aziende per gestire la crescita esponenziale di dati vengono ripagati.
L’84% degli intervistati a livello globale (80% in Italia), dichiara che i big data risultano utili nei processi decisionali.
Il 73% delle aziende intervistate afferma di averli già utilizzati per far crescere il fatturato o per creare nuove opportunità di business.

Dati che hanno spinto Tyson Hartman, global Cto e vice president di Avanade a dire che “attualmente le tecnologie utilizzate per sfruttare i big data per scopi aziendali hanno raggiunto un punto cruciale: sono sempre più numerose le aziende e i dipendenti in grado di ottenere vantaggi economici e competitivi dai propri dati”.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è la pervasività dei big data: dipendenti di aree diverse possono accedere a un numero sempre maggiore di strumenti tecnologici per gestire e analizzare le informazioni.
La maggior parte delle aziende intervistate (57% a livello globale e 60% in Italia) ha dichiarato che solo negli ultimi 12 mesi sono diventate disponibili più tecnologie per la gestione e l’analisi dei dati.

Inoltre la ricerca ha posto l’accento su come le aziende stiano investendo proprio in questi nuovi strumenti: quasi tutte le aziende intervistate (91%) hanno implementato tool dedicati alla gestione e all’analisi dei dati.

È l’It che gestisce i big data
Il 95% delle aziende non considera il team preposto all’analisi dei dati come parte integrante del proprio staff It. In Italia il dato raggiunge la totalità: 100%.
Di fatto, le aziende affermano di coinvolgere nell’attività di analisi le diverse business unit all’interno dell’organizzazione. La maggior parte degli intervistati, il 58% a livello globale e il 50% in Italia, afferma che la gestione delle informazioni è parte integrante del business.
Il 67% degli intervistati in Italia (59% a livello globale) afferma che oggi i dipendenti coinvolti nei processi decisionali sono più numerosi rispetto al passato, grazie a una maggiore possibilità di accesso alle informazioni.

Nonostante questi feedback positivi, l’85% degli intervistati, in Italia il 93%, riporta ancora difficoltà nella gestione e nell’analisi delle informazioni, mentre il 63% percepisce che la propria azienda ha bisogno di sviluppare nuove competenze per ottimizzare l’utilizzo di queste informazioni (in Italia il 77%).

Inoltre i cambiamenti legati al modo di lavorare dei dipendenti (It consumerization, uso smartphone e tablet privati sul posto di lavoro, social network) stanno portando a un aumento considerevole dei dati e, quindi, a una maggiore difficoltà nella gestione degli stessi.
La maggior parte degli intervistati (in Italia l’83%) concorda nell’affermare che la mobilità dei dipendenti e il cloud computing stanno spingendo le aziende a rivedere la propria strategia di gestione delle informazioni.

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