Grandi aziende: virtualizzato un server x86 su tre

Uno studio di Ca Technologies su 434 manager rivela la tendenza affermata ad adottare cloud sia pubblici, sia privati. C’è almeno un servizio in 8 aziende su 10. La sicurezza rimane sempre un ostacolo.

Il Cloud computing sta raggiungendo lo stadio della maturità nelle grandi imprese. Lo rivela un nuovo studio condotto dalla società di ricerca Management Insight per conto di Ca Technologies su un campione di professionisti dell’It nord-americani ed europei.

A settembre 2010 sono stati intervistati 434 professionisti informatici di Nord America (273) ed Europa (161) di aziende tra 1.000 e 10.000 dipendenti.

Il campione è stato quindi pesato per ottenere un rapporto di 60% (responsabili It), 40% (implementatori), il 36% in aziende di medie dimensioni (1.000-4.999 dipendenti), il 29% di aziende di grandi dimensioni (5.000-9.999 dipendenti) e il 35% di aziende di grandissime dimensioni (10.000 o più dipendenti) per ciascuna area geografica.

Gli intervistati hanno dipinto un quadro da cui risulta che le loro imprese sono già attive nell’ambiente cloud e che le iniziative intraprese nella virtualizzazione contribuiscono ad accrescerne l’interesse affermando una vera e propria “mentalità cloud”.

Oltre l’80% delle aziende e il 92% delle imprese di dimensioni più grandi possiede almeno un servizio cloud; il 53% degli implementatori It dichiara di averne più di sei.

Le motivazioni principali che inducono le organizzazioni a considerare il cloud sono i risparmi economici (44%) e un maggiore controllo sui costi (35%).
Il personale It è incentivato dall’aumento dell’efficienza (35%) e dal desiderio di utilizzare tecnologie innovative (34%).

La sicurezza e il controllo continuano a essere percepite come barriere: il management si preoccupa soprattutto della security (68%) e della scarsa qualità del servizio (40%), mentre per circa la metà di tutti gli intervistati i principali deterrenti sono il rischio di perdere il lavoro e la perdita del controllo.

I tool per la collaborazione occupano il primo posto (75%) nelle implementazioni cloud, mentre come applicazioni più utilizzate le grandi aziende hanno citato l’e-mail in hosting, i filtri antivirus/spam e il web conferencing.

Le piattaforme per l’infrastruttura e lo sviluppo in the cloud (Infrastructure-as-a-Service e Platform-as-a-Service) sono in crescita, come dimostra il 58% delle imprese che già utilizza tali servizi e il 43% che lo sta prendendo in considerazione. Due dati, questi, che fanno pensare che i cloud infrastrutturali costituiranno la prossima ondata.

All’interno delle imprese di oggi risulta in media virtualizzato circa un terzo dei server x86. Quasi la metà di queste aziende (il 46%) riferisce di uno stadio di virtualizzazione “gestito”, con la possibilità di spostare macchine virtuali e gestirle in un’ottica di alta disponibilità.
In parallelo al progredire delle aziende lungo l’iter di virtualizzazione da uno stadio di base (server virtuali non gestiti) dapprima a uno stadio gestito, poi a uno stadio avanzato (Dynamic Resource Scheduling e backup consolidati) e infine a uno stadio “simil-cloud” (automazione virtuale avanzata, Disaster Recovery completo tramite virtualizzazione), iniziano a cambiare anche le applicazioni assegnate all’ambiente cloud.

Nello stadio gestito il primo posto è occupato dall’e-mail (53%), in quello avanzato spiccano la virtualizzazione dei desktop e i database (30%), mentre nello stadio simil-cloud prevalgono le applicazioni verticali (32%).

I soggetti intervistati hanno inoltre espresso l’intenzione di continuare nei prossimi due anni a spostare le applicazioni mission-critical da un’infrastruttura non virtualizzata a macchine virtuali.
Al momento le aziende utilizzano quasi la metà di queste applicazioni (il 47%) su un’infrastruttura non virtualizzata, percentuale che calerà del 17% nei prossimi due anni.
Di quel 17%, il 10% passerà a cloud pubblici e privati.

I partecipanti all’indagine hanno anche fornito uno spaccato sui sostenitori e sugli oppositori del cloud. Gli alti dirigenti (business e It) sono i principali sostenitori dei cloud pubblici, mentre i responsabili operativi di virtualizzazione e server sono considerati i principali sostenitori dei cloud privati (32% dei responsabili operativi dell’It o dei responsabili dei data center, 31% dei team addetti alla virtualizzazione, 30% dei team addetti alla gestione dei server).
I team di sicurezza risultano fra gli oppositori dei cloud sia pubblici che privati (con, rispettivamente, il 44% e il 27%), in parte affiancati anche dai responsabili/direttori delle business unit (con, rispettivamente, il 23% e il 18%).

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