Distributori: trimestrali alterne ma il futuro potrebbe essere meglio

Anche per i distributori che hanno in qualche misura “zoppicato” nei primi tre mesi d’esercizio il resto dell’anno potrebbe riservare buone notizie, a patto che i tempi di reazione si mantengano – come ora sembrano – rapidi

Dopo la pubblicazione dei risultati del trimestre sulla lavagna dei buoni e
cattivi troviamo a sinistra Esprinet, Tecnodiffusione e Cdc,
mentre a destra ci sono i nomi di Algol, It Way e
Opengate
.
Esprinet cresce del 17% con un’Ebitda
che aumenta del 23%, Tecnodiffusione del 9% ma l’Ebitda passa
da 1,676 a 1,066 milioni di euro, mentre Cdc torna all’utile. A
parità di perimetro i ricavi crescono del 2,9% e anche l’Ebitda è positivo. Per
la società di Giuseppe Diomelli vale il detto milanese “ofelée fa il tò mestee”
(ma non siamo sicuri che l’ortografia sia corretta) che significa che ognuno
deve fare il suo lavoro, ciò che sa fare meglio senza disperdere energie e
risorse in altre attività. A Fornacette questo l’hanno capito abbastanza in
fretta e i risultati sono arrivati.


Differente è invece la situazione per Algol, It Way
e Opengate che finiscono fra i cattivi ma potrebbero
riprendersi abbastanza in fretta. “Il campionato è ancora lungo” dice il
presidente di Algol Maurizio Liverani che, da milanese, ha
deciso di concentrarsi sul core business che anche in questo momento non sta
andando male. It Way invece ha pagato pesantemente pegno in
questo trimestre con un calo del fatturato del 5,6%. La marginalità però è
migliorata nettamente e Andrea Farina ha messo a segno un colpo eccellente con
l’annuncio della firma di un accordo con Sun che porta alla creazione di una
nuova business unit all’interno dell’azienda.
Infine Opengate
che è vero che cresce del 22,5% ma diminuisce il Mol che passa da 16,7
a 14,7 milioni di euro. La colpa della diminuzione sarebbe anche del settore
informatico in difficoltà. Quel 22,5% insomma sembra non arrivare di certo
dall’attività classica del distributore di Malnate. Qualunque sia il risultato
di queste aziende però, tutte hanno una cosa in comune. Continuano a fare
acquisizioni, stringere accordi, proporre nuove strategie. Le dimensioni
ridotte, soprattuto per alcune, e la breve catena di comando gli permettono di
muoversi velocemente e dare risposte pronte a un mercato molto difficile che non
è detto dia in fretta segnali di ripresa.
Nessuno pare addormentato o
incapace di elaborare una strategia chiara. La reattività sembra la nota
dominante. Per questo ci sentiamo di scommettere che fra qualche il quadro
potrebbe essere un po’ più roseo.
Ci risentiamo fra tre mesi.

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