Olivetti rinasce con Tecnodiffusione

Il gruppo toscano ha acquisito la produzione e distribuzione a livello mondiale di pc e altri prodotti con lo storico marchio

“E’ un’operazione storica”. Bruno Kraft, direttore generale di Tecnodiffusione commenta così l’accordo firmato con Mekfin-Finmek che prevede che il gruppo toscano acquisisca la “possibilità di produrre e distribuire – senza limiti territoriali – computer e prodotti similari con marchio Olivetti fino al maggio 2019, impegnandosi a riconoscere una royalty a Ics (società controllata da Mekfin, ndr) sulle unità che saranno distribuite dal Gruppo Tecnodiffusione”. Kraft, al telefono da Londra dove ha presentato l’operazione agli analisti, parla di “nemesi storica” per le vicenda di Olivetti e mette l’accento sul fatto che un’azienda italiana acquisisce un marchio italiano che vanta un passato molto illustre. Dà tutto il merito dell’operazione al presidente di Tecnodiffusione Luciano Panichi che “ha fortemente voluto l’accordo” che apre alla società toscana le porte del mercato sudamericano e dei Paesi dell’Europa centrale e orientale. In America latina Olivetti è il primo marchio di pc e centro ed est Europa sono due zone dove, guarda caso, sono concentrate le operazioni all’estero di Vobis, la catena già di proprietà di Tecnodiffusione in Italia e per la quale ha un diritto di prelazione sulle attività all’estero. Il gruppo toscano valica in questo modo i confini nazionali, mentre per il mercato italiano Kraft pensa a due segmenti in particolare. Quello della Gdo, Olivetti è un marchio conosciuto ottimo per chi deve acquistare il primo pc, e della Pubblica Amministrazione tramite la controllata Dsi. Due mercati dove Tecnodiffusione potrebbe scontrarsi in particolare con Olidata. La faccenda preoccupa poco Kraft secondo il quale la società di Cesena “ha finito la sua leadership con l’inizio delle vicende giudiziarie” e comunque non viene considerata un competitor. Kraft non è ancora in grado di quantificare l’impegno produttivo di Scarmagno che già oggi con 450.000 pc è il primo sito produttivo d’Europa e a dicembre ha tenuto accese le luci fino a tardi per il primo turno produttivo notturno dopo molti anni. Per quanto riguarda Mekfin, al quale va comunque riconosciuto il merito di avere riportato a galla la fabbrica di Ivrea, con questo accordo esce da un business che non fa parte del suo core business. Forse questa è la vera rinascita di Olivetti.

I DETTAGLI DELL’INTESA
“L’accordo – afferma un comunicato congiunto delle due società – si inserisce in un’intesa più ampia raggiunta con Mekfin che prevede una rimodulazione degli impegni di produzione assunti nei confronti di Cms (la società proprietaria dell’impianto di Scarmagno già acquistata lo scorso anno da Tecnodiffusione, ndr) nel luglio 2001 a fronte del riconoscimento dei seguenti impegni finanziari: annullamento dell’obbligo per Tecnodiffusione Italia di versare la seconda tranche – 5,2 milioni di euro – del corrispettivo pattuito per l’acquisizione del 51% di Cms; un versamento da Mekfin a favore di Cms di 8,3 milioni di euro” . Mekfin riconoscerà quindi a Tecnodiffusione 13,5 milioni di euro a fronte di una rimodulazione degli impegni produttivi assunti nel 2001. In pratica l’impianto ex Olivetti di Scarmagno dovrà produrre per Finmek 500.000 pc nell’arco di 5 anni (fino al 2006). In Borsa dopo l’annuncio dell’accordo il titolo è salito del 14,63% arrivando a oltre 25 euro. Gli analisti hanno giudicato positivamente la revisione dell’intesa con Finmek-Mekfin
(precedente proprietaria degli asset) ma non si sono detti
convinti della capacità di creare profitti e di alcune
strategie, come quella di fare il doppio mestiere di produttore
e distributore. Ma forse si tratta di analisti disattenti visto che Tecnodiffusione i pc li produce già da qualche tempo.

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