All’Italia piace il mainframe e non da oggi

Con le recenti innovazioni il sistema di Ibm trova terreno fertile nel midrange nazionale. Una continuità che potrà cibarsi di una roadmap decennale dei modelli ibridi.

Più di 1,2 milioni di Mips installati in Italia.
Il 10,7% in più anno su anno.
Metà base installata è già sulla piattaforma Ec12, a testimonianza di un tasso di refresh fra i più alti al mondo.
Il 40esimo trimestre di crescita consecutivo.

Sono i numeri italiani del mainframe snocciolati dal responsabile della piattaforma z Enterprise, Andrea Negro.

La storia, evidentemente, è lunga e consolidata.
Ma si rinnova continuamente.

Anche alla luce del fenomeno attuale, come spiega Negro: la centralizzazione del client, che oggi avviene con una leva diversa: «non è tanto il dato il sé che conta, ma ciò che ci si ricava».
E il System z é nato per questo, dice: centralizzato, sicuro, scalabile. E ora aperto al cloud, al mobile e gran lavoratore di analytics.

Ecco allora che gli annunci di fine luglio assumono una luce più chiara.
Il rinnovo della fascia midrange con il modello z Enterprise Bc12, capace di scalare da 50 a 5000 Mips.
Un sistema, per capirci, che è disponibile a partire da 75mila dollari e che con Ibm Global Financing è fruibile con un canone di locazione mensile di 1.965 dollari al mese.

Il Bc12 evolve in modo bilanciato in tutte le direzioni. È armonico ed equilibrato. Monta fino a 13 processori a 4.2 GHz, 496 GB di memoria, con Linux dentro.

Già, Linux.
A livello mondiale, rivela Negro, gli ultimi nuovi 250 clienti di System z lo hanno fatto per la maggior parte scegliendo Linux.

E poi il virtualizzatore, storico componente del mainframe, che in versione z/Vm 6.3 supera l’interfaccia a caratteri e ne adotta una visuale, proveniente dall’acquisizione di Csl (il prodotto è Wave).
Le funzionalità di spicco del Bc12 riguardano la data compression 4x in hardware; zAware, il monitoraggio delle capacità in due click, con un sistema di analisi predittiva embedded: é la macchina che autonomicamente impara e comunica i problemi.

Innovazioni, queste, che non vengono e non verranno da sole: la roadmap del mainframe ibrido è disegnata a dieci anni.
Interessante? Si, perché «abbiamo clienti midrange che hanno migrato tutto su mainframe ibrido».

Giancarlo Marino, System z software sales, entra nel merito sottolineando alcune virtù software.
Come quella del compilatore, che traduce il linguaggio in istruzioni macchina. Sono stete individuate un centinaio di istruzioni per aumentare la velocità di Java e per Cobol. Servono al cloud.
Chi fa datawarehouse, invece, con Db2 analytics accelerator intercetta le query sui dati e le dirotta sulle appliance Netezza.
Una cosa importante per chi (e saranno in tanti) sposterà il carico di lavoro da batch a online.

Chi guarda al fronte mobile deve sapere che si comincia a sviluppare app in JSon, il che significa farle parlare parlare ai sistemi di backend, collegandosi a dati sensibili, creando nuove opportunità di business.

Marino sottolinea: «e noi abbiamo tutti gli adapter per collegare le app via mainframe a qualsiasi ambiente legacy».

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