Ce lo spiega Marcello Montanaro: facilita la gestione, è misurabile, si adatta ai tempi ed è in linea con il cloud. La timeline per risultati concreti e definitivi? Tre mesi.

È un dato di fatto: l’azienda è sempre più la rete: si raffigura nella sua capacità di essere connessa e dal network trae vita. Ma, spesso, anche problemi. Ed è per questo che un modello completamente gestito, di rete virtualizzata, disaccoppiata dall’elemento fisico, può dare certezza di prestazioni e di disponibilità.

Lo spiega bene Marcello Montanaro, Integrated Communication Services Offering Manager di Ibm.

I network connectivity managed services, i servizi gestiti di rete, hanno la capacità di ovviare a tutte quelle mancanze o inefficienze che inevitabilmente caratterizzano le aziende odierne, alle prese con l’adeguamento tecnologico e, al pari, con esigenze di disponibilità crescenti.

L’asset è il partner
Affidarsi a un partner di servizi di rete, e Ibm lo è, può essere la soluzione.
Una strada più che convincente, perché basata su asset solidi, anche se si parla di virtuale.

Lan e Wan aziendali trovano garanzie in quelle partnership mondiali, detenute da Ibm, che ne fanno un virtual network operator capace di essere attivo globalmente.

Risultati misurabili
Ma a livello pratico, ossia di facilità di gestione (che è la cosa che interessa a chi gestisce l’It e la rete aziendale), che risultati si ottengono?

Il delegare la gestione della rete a Ibm, spiega Montanaro, non comporta una sostituzione della rete fisica con una virtuale, ma una trasformazione della rete geografica, efficace soprattutto in termini di risultati.

Risultati che, illustra Montanaro, con più si ricomprendono nel processo le attività critiche, con più diventano visibili, sia in termini di risparmio, sia in quelli di modello di business che evolve.

Dalla connettività fisica alla voce, passando per le applicazioni any to any: in un periodo che va da tre a sei mesi si ottengono risultati più che concreti.

Rete as a service proiettata nel cloud
In tal senso, la rete diventa as a service.

Con il modello virtualizzato, spiega Montanaro, si acquista un servizio gestito, end to end, any to any.
Parlando, oltretutto, la lingua del cloud, con un approccio completo orientato al rendimento misurabile e verificabile.

Il che non è poco di questi tempi.

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