Da Bloomberg nuove ipotesi: le acquisizioni nel mobile di Lenovo, un’incursione di Asustek su Acer. Ma cosa potrebbe davvero realizzarsi?
In un mercato client che soffre da un lato per le conseguenze di una crisi dei mercati dei quali è difficile intravedere la fine, dall’altro da un dinamismo che negli ultimi due anni sembra aver completamente ridefinito le regole del gioco c’è voglia di acquisizioni.
Lo sostiene, con due articoli pubblicati a brevissima distanza l’uno dall’altro, Bloomberg.
Il sito americano prende infatti in esame, con il supporto di due interviste ai Ceo delle società protagoniste, i casi di Lenovo e Asustek.
Il Ceo di Lenovo, Yang Yuangquing, lo riconosce apertamente.
La sua società, cresciuta fino a diventare il numero due nella classifica mondiale dei produttori di pc, è riuscita a fare il grande balzo anche grazie a una attenta strategia di acquisizioni.
Dal business dei pc di Ibm, rilevato nel 2005, passando per le più recenti operazioni con Medion e Nec, per Lenovo le acquisizioni sono state una componente essenziale della politica di espansione. E ancora lo sono.
Tanto che il Ceo così dichiara: ”Per ogni area consistente con le nostre strategie nella quale siamo deboli siamo disponibili a valutare acquisizioni”.
E oggi l’area che più merita attenzione, nel business della società, è rappresentata dal mobile.
In Cina la società ha quest’anno condotto una politica particolarmente aggressiva, con 40 nuovi modelli previsti nell’arco dei dodici mesi, tanto da aver superato Apple guadagnandosi il secondo posto tra i produttori di telefoni mobili.
Ma non basta.
Ora è il momento di accelerare lo sviluppo di smartphone, tablet e tv connesse a Internet, per raggiungere I mercati diversi da quello domestico.
E se l’obiettivo di base è sempre lo stesso – battere Apple – la strategia non ricalcherà in alcun modo le mosse di Cupertino.
Diversificazione è la parola d’ordine e Yuangquing parla di un portafoglio assai differenziato di prodotti, con telefoni per ogni fascia di prezzo e per ogni tipologia di utente.
Che tutto questo possa avvenire attraverso una accorta politica di acquisizioni pare dunque chiaro, anche se Bloomberg ammette che nulla è stato dichiarato dal Ceo.
Diverso è il caso di Asustek.
Qui un nome lo si fa, eccome.
Secondo Bloomberg la società potrebbe puntare a diventare il numero uno del personal computer al mondo acquisendo nientepopodimenoche la sua diretta rivale Acer.
Di Acer Bloomberg traccia un profilo oggettivo: dopo i fasti del 2009, la società ha registrato il suo primo rosso nel 2011 e attualmente ha una valutazione di 2,4 miliardi di dollari, dopo aver perso il 75% rispetto al suo picco massimo. Un terzo della valutazione di Asustek.
Se Asustek la acquistasse, ne guadagnerebbe soprattutto per quanto riguarda brand e rete commerciale e una economia di scala che potrebbe consentirle di portare a diversi livelli di costo i suoi prodotti, senza metterne in discussione la qualità.
Nella sostanza, sostiene Bloomberg, acquisendo Acer, dimensionalmente più grande di lei, Asustek ne acquisirebbe le economie di scala, abbassando di conseguenza i propri costi operativi.
Le ipotesi della testata americana, tuttavia, sembrano essere un esercizio di stile. Se Acer rifiuta di commentare, il Cfo di Asustek, David Chang, nega l’ipotesi e dichiara: ”Non è nei nostri piani. Preferiamo una crescita organica. La nostra debolezza era nella parte distributiva e negli ultimi due anni abbiamo cercato di migliorarla”.
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