Un filo di analogie lega Hasso Plattner, Ceo di Sap, e Gerhard Schoeder. Dalla guida del mercato ai rischi – e fallimenti – dell’apertura, fino alla difficile ripresa
11 aprile 2003 Osiamo una sineddoche: prendiamo la parte per il
tutto, il genere per la specie.
Prendiamo Sap per la Germania, Hasso
Plattner per Gerhard Schroeder.
Analizziamo la
gestione del colosso software tedesco, facendo riferimento a quello che accade
all’economia dell’ex-locomotiva d’Europa.
Sono entrambi simboli della
fatica.
Fatica a riemergere, a impostare un rilancio. Difficoltoso per il
primo, ma effettuato. Rilancio quasi impossibile per la seconda realtà.
Sap è da sempre produttore di un Erp che ha fatto del suo
“germanismo” più che una professione di fede. Ha creato un mondo di
utenti a propria immagine e somiglianza, fatta di rigore e rigidità, a garanzia
del funzionamento.
Ha funzionato, finché è durata.
Poi Hasso
Plattner ha dovuto rivedere le proprie convinzioni, senza rinnegare il
passato, e traghettare la propria azienda su un irto terreno di
apertura che lo ha portato a mySap Erp, una suite
gestionale che unisce al meglio del motore di R/3 quanto inventato finora in
termini di integrazione e di apertura del software. Se un tecnico si fosse
assentato per un lustro dal panorama It e tornasse oggi a occuparsi di Erp,
stenterebbe, probabilmente, a giurare che quello che vede presentato con la
veste di mySap Erp sia in realtà R/3.
Anche Schroeder ha vissuto le stesse
ansie di Plattner.
Solo che Gerhard ha dimostrato meno flessibilità
di Hasso.
Facile, si dirà: “lui mica è un imprenditore privato;
provate voi a sostenere i lunghi costi di unificazione, avere le mani legate dai
lander, farsi principale carico del passaggio a una monetaria unificata“.
Vero.
Però le analogie ci sono.
Sap ha dovuto fare
fronte a un decremento dello spending It così come la Germania
ha dovuto assistere a un costante decremento del prodotto lordo; ha creduto per
anni in un progetto di gestionale blindato e lo ha dovuto traghettare verso un
ambito federativo; si è messa sul primo gradino del panorama dei sistemi
informativi e ha dovuto assorbire tutti i contraccolpi del cambiamento in atto.
Insomma, la locomotiva tedesca, che ben si guarda dal mettersi nelle mani di
un imprenditore, comunque non pare nemmeno osservare i propri casi interni per
trarre fonte d’ispirazione.
Che sono quelli che ancora le consentono,
probabilmente, di tenere il Pil, magramente (+0,4) sopra la linea rossa.
Vanno peggio di noi: tedeschi, sparate pure sul
macchinista.
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