Sap: la networked economy è adesso

Dopo Cernobbio l’Ad Luisa Arienti traccia il percorso dell’innovazione attorno a tre reti interconnesse: di clienti, aziende e lavoratori. Carla Masperi: serve semplificare e badare all’uptime

Si è tenuta a metà marzo a Cernobbio la nona edizione dell’evento annuale con cui Sap incontra i propri utenti per parlare di innovazione.

«Partimmo nove anni fa con un incontro con i Cio dei clienti di fascia enterprise – ricorda l’Amministratore delegato di Sap Itali, Luisa Arienti – . E l’evento è andato via via evolvendo».

Conta il dialogo interfunzionale
Raccolti gli spunti e vinte le timidezze, «è stato incanalato verso una forma di comunicazione fra Cio e Ceo e fra Cio e responsabili di funzione».

Sap, dice Arienti si è assunta un ruolo proattivo, invitando i soggetti destinati a dialogare fra loro.
Ora i Cio sono il 60% dei partecipanti, il resto sono Ceo e responsabili di funzione.

Il tema del dibattito di quest’anno a Cernobbio è stato la networked economy.
E Arienti dà qualche dato per definirne il perimetro.
Nel mondo oggi ci sono 3 miliardi di nuovi membri nella middle class. Nel 2020 il 75% della forza lavoro sarà fatta di millennial.
Il 50% del Pil mondiale arriva dai mercati emergenti.

Social, big data, mobile, 3D printing, advanced robotics, artificial intelligence, sono le tecnologie mainstream.

Tutto questo significa che la networked economy è da vedere come la fase successiva alla internet economy degli anni 1995-2010.

Tre reti interconnesse in evoluzione
Adesso, osserva Arienti, esiste un’economia guidata dalla interconnessione di tre reti.
La rete dei clienti, prevalentemente sociale.

La rete industriale, con l’internet delle cose.

La rete dei lavoratori, che fa si che il 65% del tempo dei reparti vendita sia speso all’interno e non presso i clienti.

Per la prima rete si assiste al passaggio da Crm tradizionale all’engagement di nuova generazione.
In ciò vi è un ruolo determinante del marketing e l’utilizzo di tecnologie predittive.

Per la rete delle industrie di passa da un business centrato sul prodotto al business centrato sul servizio.

Il che significa che si vende la disponibilità nei tempi stabiliti (brevi) più che l’oggetto stesso. E in questo c’è la tendenza a passare dal modello buy al modello rent.
Per la rete dei lavoratori, si passa da una funzione Hr incentrata sui processi a un social engagement, che consente di individuare gli skill precisi nel momento giusto.

Conta l’uptime e la semplificazione
Per Carla Masperi, Innovation Sales Director di Sap Italia oggi la differenza la fa il concetto di uptime, «che non è real time: è di più. I sistemi devono essere molto precisi. E quando ci sono i sistemi legacy di mezzo bisogna agire con ottica di semplificazione. Altrimenti la spesa It sarà sempre prevalentemente operativa».

Masperi ricorda come, per Sap, Hana (che sia on premise o in cloud fa lo stesso) è la base della semplificazione, perché è stato riscritto il Db e ospita tutto il patrimonio applicativo e quello analitico.

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