Per la nuova “Asbu” di Oracle la preziosa eredità del mondo Jd Edwards

Varata la Application sales business unit, che in Italia sarà guidata da Carmelo Leonardis. Toccherà ai partner, in particolare quelli che arrivano da PeopleSoft, rassicurare gli utenti sui piani a lungo termine e preparare il terreno per il debutto, fra due anni, di Fusion.

Di solito, dopo aver portato a termine un’acquisizione importante, si dice “il difficile viene adesso”. Nel caso di Oracle-PeopleSoft, almeno in parte, le complicazioni parrebbero alle spalle dell’azienda di Larry Ellison, che ci ha messo un anno e mezzo per ottenere il proprio obiettivo, dimostrando grande fermezza ma lasciando per questo lasso di tempo nell’incertezza soprattutto gli utenti dell’azienda poi acquisita. Ora, in tempi inevitabilmente più celeri, si sta attuando il processo di integrazione, partendo dagli aspetti organizzativi, ma senza trascurare quelli tecnologici, che in due anni dovrebbero portare alla completa “fusione” (è il nome in codice anche del progetto) tra le suite Erp sviluppate dai due ex concorrenti. Un unicum che, tradotto in cifre, significa, a livello mondiale, 50.000 dipendenti, 23.000 clienti e 1.300 partner applicativi.


In Italia, questa fase presentava fin dall’inizio criticità non troppo significative, vista una presenza di PeopleSoft sul mercato legata prevalentemente all’eredità di Jd Edwards. Carmelo Leonardis, appena nominato alla guida dell’Asbu (Application sales business unit) per la regione Italia & Grecia, ce lo conferma: «Ereditiamo circa 250 clienti PeopleSoft, che solo per il 10-15% fanno capo a utenti di prodotti di Crm e human resources con questo marchio. Il grosso sono aziende medie e piccole storicamente legate a Jd Edwards, con nomi anche di prestigio in settori come il manufacturing discreto, il food&beverage, il retail e il tessile». Su questi utenti, come riconosce il manager, andrà fatto soprattutto un lavoro di rassicurazione, per far sì che all’incertezza rimasta da quando Oracle lanciò la prima Opa su PeopleSoft, non se aggiungano altre legate agli sviluppi futuri delle piattaforme Erp. «Il problema è stato naturalmente affrontato a livello corporate – si affretta a precisare Leonardis – e il risultato è il progetto Fusion. Ma non solo questo. Intanto, il supporto sulle piattaforme esistenti è stato garantito fino al 2013. Poi, nel lasso di tempo che porterà all’integrazione, saranno rilasciate release aggiornate sia di PeopleSoft Enterprise che di J.D. Edwards EnterpriseOne. Infine, a livello locale, è già iniziato uno specifico lavoro di customer care, che tiene conto della natura dei clienti italiani e, quindi, serve a comunicare, per esempio, che le future versioni della piattaforma manterranno il supporto per gli As/400 o iSeries». Per essere precisi, stando a quanto comunicato da Oracle in gennaio, la versione 8.9 del sistema PeopleSoft dovrebbe arrivare già entro la fine del 2005, seguita dallo sviluppo e dal rilascio, il prossimo anno, di Enterprise 9.0. C’è poi in cantiere il completamento di EnterpriseOne 8.11, mentre la versione 8.12 è attesa nel 2006.


Tornando all’Italia, uno dei punti di guadagno certo per Oracle è la rete di partner sulla quale Jd Edwards aveva costruito la propria forza di mercato fino all’assorbimento in PeopleSoft. Toccherà a loro, nei prossimi mesi, preparare il terreno per il processo di migrazione a Fusion, dopo che, a detta del nuovo responsabile nazionale dell’Asbu, negli ultimi tempi «è stato fatto un lavoro apprezzabile per sedare i pur non forti disappunti suscitati dalla situazione proprietaria incerta». La rete di partner ereditata andrà a fondersi con quella Oracle preesistente, verosimilmente senza particolari traumi, visto che non esistono particolari sovrapposizioni dei soggetti. Per tutti si prepara un periodo di formazione e aggiornamento, perché Fusion rappresenterà la vera pietra angolare della futura strategia Oracle nel mondo Erp e derivati. Qualche tempo fa, Larry Ellison aveva dichiarato che la nuova piattaforma sarà basata su Java e comincerà a prendere forma nel 2006. Per il rilascio dei primi prodotti, però, bisognerà attendere il 2007, mentre la suite completa non dovrebbe essere pronta prima del 2008. «Tutto normale – conferma Leonardis -. Adotteremo un approccio alla migrazione il più possibile agevolato e progressivo, senza imporre alcunché alla clientela, qualunque sia la storia applicativa preesistente. D’altra parte, prima o poi, tutti dovranno affrontare il problema del rinnovamento delle vecchie applicazioni Erp, che già oggi drenano molte risorse per la manutenzione, oltre a rendere problematico ogni cambiamento». Il modello adottato fa sì che Oracle si sia data l’obiettivo di conservare il 95% della base installata ereditata da PeopleSoft.


Anche a livello di copertura di mercato, in Italia parrebbe esserci una certa complementarietà, visto che alle già citate aree di forza sviluppate soprattutto da Jd Edwards, Oracle abbina esperienza nel campo della Pubblica amministrazione, sia centrale che locale, della sanità e della finanza. «La focalizzazione sui segmenti rimarrà estremamente forte da noi – aggiunge Leonardis -. D’altra parte, si è sviluppata una tendenza comune, perseguita soprattutto dai partner Jd Edwards, alla personalizzazione delle piattaforme, in particolare nel back office».

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