Oracle-Peoplesoft in Italia: integrazione senza traumi

Il senior vice president per la regione Sud Europa di Oracle, Mario Bonzano, riflette su ciò che andrà fatto, soprattutto a livello locale, per integrare al meglio le due realtà. Italia avvantaggiata da una sostanziale disparità delle preesistenti forze in campo.

L’integrazione fra Oracle e PeopleSoft non seguirà un percorso unico e standardizzato in tutte le regioni del mondo. E non sarà una colonizzazione.

Queste sono le prime e più importanti certezze di Mario Bonzano, senior vice president di Oracle per il Sud Europa all’indomani della chiusura di un accordo che, anche in Italia, è stato salutato con un bel sospiro di sollievo. «Certamente, un anno e mezzo di trattativa è un tempo lungo e anomalo, ma se non altro ci ha preparati all’evenienza. Le opportunità offerte da questo rafforzamento sono notevoli sulla carta. Se ciò si tradurrà in un vantaggio, dipenderà dalle strategie di integrazione delle rispettive strutture aziendali e di prodotto».


La differenziazione a livello locale appare opportuna soprattutto per una realtà come quella italiana, dove più che il retaggio PeopleSoft, fatto di un numero di clienti limitato a un pugno di grandi aziende, conta quello di Jd Edwards, storicamente presente nel mondo delle medie aziende, soprattutto manifatturiere e di servizi, che hanno costruito il proprio sistema informativo sugli As/400-iSeries di Ibm. «Per noi mantenere il peso locale di Jd Edwards è estremamente importante – conferma Bonzano – ma va detto che lo stress era già esistente nella precedente gestione, che si è comunque trovata di fronte al problema del passaggio dal vecchio al nuovo sistema. L’obiettivo è quello di conservare la preziosa eredità per quanto possibile, anche se abbiamo già messo in conto che la perdurante situazione di incertezza alla quale questi utenti si sono trovati di fronte può aver causato qualche travaso verso aziende concorrenti».
In ogni nazione interessata, è stato costruito un “integration team”, che dovrà occuparsi di tutti gli aspetti coinvolti, da quelli legali a quelli strategici e di organico. In Italia, proprio grazie alla sopradescritta situazione, le problematiche strutturali appaiono meno complesse rispetto a paesi, come ad esempio la Francia, dove PeopleSoft ha una presenza radicata. «A livello di partner, ce ne sono tre che controllano quasi tutto il mercato dell’azienda acquisita – illustra Bonzano -. In questa fase, nella quale saranno mantenuti in essere i prodotti esistenti, ci concentreremo sulle specializzazioni per industry sulle singole applicazioni. Come già indicato, dovremo porre un’attenzione specifica al settore delle Pmi, dove ereditiamo qualche centinaio di clienti locali, ma Oracle ha avviato da tempo una specifica strategia per questo segmento di utenza. In Italia, è un dato di fatto che questo sia un mercato dominato da applicazioni locali ed è un problema che tutti i big devono affrontare».

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