Numeri e testi, chiasmo vincente per competere

La business intelligence si integrerà con il content management. Quando e come ce lo dice Romeo Scaccabarozzi, president di Axiante, società italiana che fa progetti anche all’estero, e che invita a rischiare di più.

Integrare i dati strutturati con quelli non strutturati, questo è il problema. La Business intelligence ha sempre pensato ai primi. Ma senza i secondi, o meglio, senza una loro adeguata rappresentazione, che vuol dire poter poggiare su un datawarehouse ben fatto, il loro utilizzo diventa un esercizio meramente estetico.

L’opinione è di Romeo Scaccabarozzi, president di Axiante, società italiana di system integration che lavora sull’ambito aziendale gestionale (Crm, Erp, Dw) e che ora ha una visione: far convergere l’intelligence con il document management. Perché a breve ci sarà necessariamente la convergenza di numeri (datawarehouse) e testo (content) e bisogna essere pronti a governare l’evoluzione, che ha un nome: intelligent search, ossia meccanismi di utilizzo intelligente dell’informazione, ovunque questa sia e qualsiasi forma abbia.

Scaccabarozzi non parla tanto di servizi di dematerializzazionequella è un sottoinsieme del document management») ma di veri e propri investimenti in competenze che sappiano mettere a denominatore comune le due discipline.
Axiante li ha fatti, creando gruppi misti di esperti in document management e Business intelligence.

Per una società italiana di 50 persone che fattura 5 milioni di euro, di cui la metà all’estero, questo investimento in competenze è significativo, specie in un momento in cui la system integration italiana vive una contrazione delle tariffe:
«a parte l’aspetto della lingua, il consulente It italiano è al livello dei migliori europei. E questo lo percepiamo chiaramente andando a lavorare all’estero».

Un passaggio quasi obbligato per Scaccabarozzi: «se il mercato italiano dei classici servizi può contare al massimo 300 grandi progetti, è logico per noi guardare all’estero, dove il nostro costo per consulente è ritenuto molto competitivo».

E di risorse ne entreranno ancora in Axiante («una società che ogni anno acquisisce risorse, specie giovani, che portano idee», dice Scaccabarozzi), anche per fare proprio quei nuovi progetti di intelligent search, per i quali la società sta selezionando la tecnologia, pescando anche in Europa.

I primi progetti vedranno la luce nel 2011, presso grandi realtà che operano nel consumer, nelle infrastrutture, nel B2B. Saranno soluzioni che andranno in mano ad analisti vendite, responsabili del supporto, manager di procurement, per consentirgli di carpire dai testi ciò di cui i numeri che hanno in mano non dicono a fondo.

Queste realtà dovranno avere dalla loro la capacità di superare quella bassa propensione al rischio che Scaccabarozzi rileva essere l’attuale limite del nostro sistema economico.
Ma Axiante, per prima, lo supera? 
«Si – per Scaccabarozzi – individuando nuovi temi, come appunto l’intelligent search, investendovi competenze, e andando all’estero a proporre la propria esperienza. Da noi c’è troppa paura di sbagliare e con i progetti chiavi in mano si fa il compito, ma non si innova».

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