L’It diventa strategica anche in Italia

Le tendenze che decidono il futuro dell’It nelle organizzazioni italiane mostrano il nostro recupero sulle medie mondiali, ma anche qualche incertezza. E c’è un dubbio sulla consapevolezza complessiva

Una recente indagine, condotta da Vanson Bourne e promossa da Ca Technologies su 1300 It manager di grandi organizzazioni in 21 Paesi, si è posta l’obiettivo di fare il punto sulla funzione It di oggi e su una sua possibile evoluzione futura.
In Italia l’It è considerata meno strategica che in altri Paesi (3% contro 11%), ma soprattutto non fondamentale nel successo dell’azienda (15% contro 37%).
“L’odierna Application Economy genera un cambiamento epocale nel modo in cui siamo abituati a vedere, acquistare, usare e gestire la tecnologia”, spiega Fabrizio Tittarelli, Cto di Ca Technologies Italia, a commento delle conclusioni dello studio. “I reparti It delle realtà italiane devono evolvere da fornitori a consulenti, broker e intermediari per il business, in modo da evitare di rimanere esclusi dall’attuale economia fondata sul software e sulla tecnologia”.


Novità nell’organizzazione

Il Cio tende a riportare direttamente al Ceo (55% Italia, 65% Emea, 71% Mondo). In questa statistica abbiamo perso contatto (nel 2011 eravamo alla pari del dato mondiale con il 36%), ma il dato ha oggi valenza maggiore.
Nonostante l’It sia nota al di fuori del dipartimento specifico, i cambiamenti in atto non sembrano essere stati metabolizzati. Poche organizzazioni italiane riescono ad anticipare le future evoluzioni e sembra poco importante la consapevolezza dei cambiamenti in corso. Nonostante sia noto che alcune funzioni passeranno sotto altri reparti, si prevede che la funzione It resti un reparto specializzato a sé stante (41% Italia, 34% Emea, 34% Mondo).
In particolare crescono i ruoli legati all’It come supporto del business. Ad esempio, il ruolo specifico sulla sicurezza dei dati nevralgici si ridurrà dal 56 per cento al 40 per cento nel giro di tre anni. Durante il medesimo periodo, il bisogno di promuovere nuove iniziative aziendali salirà invece dall’attuale 3 per cento al 12 per cento. Sempre in Italia, il ruolo tecnico di supporto tecnologico ai dipendenti passerà dall’attuale 48 per cento al 44 per cento fra tre anni, mentre il ruolo di partner strategico e consulente del business si amplierà dall’attuale 15 per cento al 29 per cento nel giro di tre anni, recuperando il gap con l’andamento Emea che crescerà dal 28% al 31%.


Poca attenzione ai nuovi servizi

La spesa per nuovi servizi aumenta (43% Italia, 47% Emea, 49% Mondo), ma il divario è destinato ad aumentare tra tre anni (53% Italia, 59% Emea, 59% Mondo). Nello sviluppo di nuovi prodotti/servizi innovativi si vede crescere un divario: oggi tale funzione è centrale per il 12% degli intervistati Emea e per l’8% di quelli italiani, ma tra tre anni il delta si amplierà, passando al 24% nella macroregione e scendendo al 7% nella nostra penisola. Un dato del genere, inoltre, fa pensare che tra gli intervistati italiani non ci sia stata la dovuta attenzione nel rispondere alle domande relative.
E’ invece accorta la risposta sul ruolo dell’It, che va ad assumere il ruolo di consulente/broker per il business, senza gestire l’intera spesa. Il dato italiano è il più alto nel mondo, con il 51 per cento circa delle organizzazioni italiane che vede il reparto It come broker di servizi o consulente per le linee funzionali. In Emea è al 43 per cento, la media mondiale del 39 per cento.
Per maggiori dettagli, la ricerca TechInsights Report: The Changing Role of It and What to Do About It è disponibile a questo indirizzo.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome