La rete nel cloud pesa di più

Quando si abbandona la Lan le cose cambiano. Il Cto di Easynet, Justin Fielder, suggerisce ai Cio due strade: approccio active-active, o rete Smart Mpls.

Un sondaggio commissionato da Easynet nella prima metà dell’anno ha evidenziato che se circa la metà dei Cio intende incrementare i propri investimenti nel cloud, appena uno su cinque ritiene che la rete sia un elemento decisivo nel formulare la propria strategia cloud.

Justin Fielder, Chief Technology & Planning Officer di Easynet ritiene il dato preoccupante, in quanto lascia presupporre che le aziende non stiano valutando con sufficiente dettaglio tutto ciò che il cloud comporta.

Nel momento in cui dati che in precedenza si trovavano circoscritti all’interno della Lan aziendale cominciano a oltrepassare la rete aziendale e anche Internet, la rete è sottoposta a enormi sollecitazioni, che potrebbero provocare cali in termini di prestazioni per gli utenti per attività anche banali.

Per definizione il cloud risolve problemi di continuità grazie alla natura distribuita e virtualizzata, ma il completo affidamento alla rete ne fa ancora una componente vulnerabile, un single point of failure: vale a dire che non ci vuole molto a isolare completamente una filiale.

Nella maggior parte dei casi, un collegamento ridondante, su Adsl o Isdn, sembrerebbe la risposta più ovvia per garantire la connettività, ma sarebbe in grado di supportare pienamente il cloud oltre alle altre applicazioni in rete, come ad esempio le chiamate vocali?
A seguito dell’estesa adozione di servizi basati su cloud, il problema è il modo in cui la larghezza di banda resiliente viene utilizzata.

Active-active
Un approccio che le aziende stanno adottando per risolvere il problema è quello che Fielder chiama active-active.
Il vantaggio principale di questa tipologia di soluzioni è che si basa su due linee di accesso separate che in circostanze normali lavorano insieme, con una linea per il trasporto prioritaria per il traffico dei client aziendali, voce, reti Intranet, Erp, affiancata da una seconda linea per il traffico non critico per l’attività dell’azienda, come la navigazione su Internet, i social media, la extranet.

Il vantaggio di questo approccio è ciò che avviene quando la linea primaria o quella secondaria non funzionano: una rete Mpls così intelligente da ridefinire le priorità sulla seconda linea rimanente, in modo che il traffico business-critical possa ancora essere instradato.

Ciò richiede non solo di affidarsi a un fornitore di servizi dotato degli strumenti di monitoraggio appropriati per identificare quando una linea fallisce, ma anche di avere una rete core Mpls che sia intelligente in modo da ridefinire le priorità del traffico in base alla destinazione prescelta.
Si tratta di un grado di sofisticazione che deve essere preso in considerazione con attenzione, in quanto non tutte le offerte di comunicazione resiliente’sono uguali.

Non solo business continuity

Questo non vuol dire, però per Fielder, che la gestione della business continuity debba essere la principale preoccupazione nel passaggio delle aziende al cloud.
Il cloud crea esigenze di accesso in rete nuove e in molti casi, le infrastrutture esistenti di una società non saranno in grado di soddisfarle.

Dato lo spostamento dei dati da server locali a server collocati all’interno di data enter esterni, è ragionevole supporre che i livelli di servizio, le prestazioni e la larghezza di banda di una rete aziendale possano non essere all’altezza del compito.
La progettazione di una rete Mpls che soddisfi i criteri di prestazioni per le applicazioni aziendali critiche, e supporti al contempo le esigenze degli utenti finali nelle attività quotidiane, non è impresa da poco.

È fondamentale che, prima di suggerire un’architettura di rete, il fornitore di servizio dedichi impegno e tempo per comprendere dove si trovano fisicamente i dati e come si muovono attraverso la rete.

Per Fielder l’epoca delle reti Mpls facili da implementare e da gestire è finita e bisogna affidarsi a soluzioni con un ulteriore livello di intelligenza, che chiama Smart Mpls. La soluzione garantisce una connettività stabile in ogni momento: in caso di guasto la soluzione fa sì che la rete individui automaticamente la fonte dell’interruzione e adotti misure correttive tempestivamente.

La differenza fondamentale tra una rete Mpls e una Smart Mpls è che questa oltre ad analizzare e prioritizzare il traffico Ip come la rete tradizionale, è in grado di effettuare analisi e reportistica, ma soprattutto di prendere decisioni in base alle applicazioni che viaggiano sulla rete in ogni momento.

Dal momento che il cloud è strutturato in modo tale da sforzare di più le reti aziendali, le imprese si aspettano che le loro siano in grado di soddisfare le nuove esigenze.
Senza la flessibilità intrinseca dell’approccio “active-active”, o l’intelligenza della Smart Mpls, il rischio è che le prime esperienze di cloud su larga scala si rivelino modeste.

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