Information Generation: verso un accesso ai servizi 24/7

Internet_of_Things_IoTDinanzi a un vero e proprio “nuovo mondo” digitale che, entro il 2020, sarà composto da oltre 7 miliardi di persone, 10 milioni di aziende e almeno 30 miliardi di dispositivi elettronici connessi a Internet, stiamo entrando definitivamente nell’era dell’Information Generation, in cui consumatori e clienti vivranno e lavoreranno costantemente connessi alla Rete, producendo un’enorme mole di dati e di informazioni durante ogni attività, anche quella più semplice.

A sostenerlo è Emc, secondo cui, entro i prossimi sei anni, il volume di dati ammonterà a 44 zettabyte di dati o, se preferite, a 44 trilioni di gigabyte.

Da qui lo spunto per una ricerca quali-quantitativa globale che, commissionata dalla stessa Emc a Institute For The Future e Vanson Bourne, ha inteso analizzare gli impatti sul business e le dinamiche legate alla crescita della digitalizzazione e all’espansione della community di “cittadini digitali nei prossimi anni.

Interpellando 3.600 business leader di medio-grandi aziende e oltre 40, tra accademici, influencer e opinion leader Ict intervistati in 18 Paesi nel mondo, la prima evidenza che salta fuori da “The Information Generation: Transforming The Future, Today” è che, in questo universo, i vecchi paradigmi del business saranno radicalmente messi in discussione dalla nuove tecnologie

Per ben il 93% degli intervistati, infatti, i nuovi trend tecnologici influiranno soprattutto sulle aspettative dei consumatori che, per il 55% del campione, chiederanno un accesso sempre più veloce ai servizi o addirittura, lo sostiene il 53%, una connessione in modalità 24/7 da ogni luogo e in ogni momento.

A smartphone e tablet il merito (o la colpa?), secondo il 66% degli intervistati, di aver contribuito a generare questo nuovo universo di informazioni tallonati, secondo un altro 40% del campione, dai social media indicati come uno dei principali agenti del cambiamento registrato negli ultimi 5-10 anni.

Cinque linee guida per aziende intenzionate a evolversi e non perire
Dinanzi a una siffatta rivoluzione, le aziende non possono che evolversi o perire.
Per loro, il panel di business leader intervistato ha indicato cinque linee guida, definite “make-or-break”, da seguire per affermarsi in maniera distintiva anche all’interno del nuovo scenario.
Si va dal “riuscire a prevedere con estrema precisione nuove opportunità di mercato” al “dimostrare trasparenza e fiducia”, ricordando di “impostare un modello di business che permetta un percorso di innovazione continuo e veloce” per “offrire ai clienti esperienze uniche e personalizzate”, senza dimenticarsi di “agire in tempo reale”.

Aziende italiane dal futuro ancora incerto
Non farà piacere, ai più, constatare, ancora una volta, che, rispetto al 23% globale, solo il 15% dei business leader interpellati in Italia vede la propria azienda in grado di sviluppare precise linee guida previsionali su nuove opportunità di mercato attraverso un’attenta analisi dei dati a disposizione.

Sempre piuttosto indietro rispetto a un dato globale del 35%, da noi solo il 28% del panel ritiene che la propria azienda stia, infatti, lavorando in totale trasparenza e fiducia verso i propri interlocutori.
A mancare sarebbero sia la presenza di una strategia tecnologica considerata realmente innovativa, sia un’esperienza unica e personalizzata da offrire ai clienti citate, rispettivamente, solo dal 21 e dal 22% del campione tricolore interpellato. Non va, infine, meglio dal punto di vista dell’operatività all’unisono in modalità real-time, dichiarata appena dal 25% del panel italiano.

Per la stragrande maggioranza di quest’ultimo (69%), però, l’Information Generation e l’immane mole di dati a disposizione si sta espandendo grazie alla combinazione tra i nuovi trend tecnologici quali mobile, social, Big data e cloud computing.
Peccato, però, che rispetto al 92% della Cina e all’88% dell’India, solo il 67% delle aziende italiane si dice in grado di ricavare dai dati a disposizione informazioni utili al proprio giro d’affari.

Da qui il suggerimento di Emc, per restare competitivi, a reinventare il proprio business model per gestire non solo le interazioni via mobile e in tempo reale tra clienti, ma anche quella degli stessi verso una moltitudine di aziende.

D’altra parte i dati parlano chiaro: nel “nuovo mondo”, il 53% del panel globale interpellato dichiara di vedere un futuro in cui le aziende dovranno offrire un accesso ai servizi 24 ore su 24, 7 giorni alla settimana.

 

 

 

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