La controllante FInbox ha presentato istanza di fallimento. FInisce così l’avventura del distributore bolognese di videogame
28 luglio 2004 Adesso per Cto è veramente finita.
Dopo i soliti tentativi di salvataggio con l’arrivo degli altrettanto
immancabili cavalieri bianchi il distributore di videogiochi bolognese di
proprietà di Marco Madrigali è arrivato al capolinea. La controllante Finbox ha
presentato istanza di fallimento in proprio e la Borsa ha dato il via alle
procedure di delisting. La società aveva debuttato al Nuovo
mercato nel 2000 raggiungendo una quotazione massima di quaranta euro. Poi il
crollo con il valore del titolo che è sceso fino a 0,70 euro.
Quella di Cto è la vicenda di un’azienda che per anni
si è cullata dei vantaggi derivanti dal forte rapporto con Electronic Arts che
era persino entrata a fare parte del consiglio di amministrazione. Le voci di
una possibile acquisizione del distributore da parte del publisher parevano dare
ancora più solidità a un rapporto che è entrato in crisi quando Ea ha
deciso di sbarcare in direttamente in Italia gestendo in prima persona
il marketing. A quel punto il rapporto è entrato in crisi ed Electronic Arts ha
deciso di dare parte dei suoi prodotti a Digital Bros e parte a Leader. Solo che
il marchio americano per Cto valeva oltre il 70% del fatturato. Inevitabile la
crisi che si è tradotta in 24 milioni di euro di debiti a fronte di ricavi che
nell’ultimo trimestre del 2003 (ottobre-dicembre, quello migliore per i
videogame) sono stati pari a 376 mila euro.
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