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Perché c’è l’edge computing al centro del nostro futuro in 5G

Se l’anno scorso di questo periodo tutto il mondo si affidava alle piattaforme digitali per rimanere connessi in un afflato quasi primordiale di smart working, in quella che con senso storico potremmo chiamare visione 2020 sulla tecnologia, quest’anno è l’edge computing ad assumere rilevanza nel processo di evoluzione digitale.

Già l’anno scorso lo era, ma da più parti si osserva come nel 2021 l’edge computing assurga a filo conduttore e determina il nostro “futuro in 5G”.

I motivi? Connessioni migliori e più veloci diventano sempre più importanti man mano che continuiamo a rendere le nostre case hub intelligenti per tutte le nostre esigenze più smart: che si tratti di smart TV, assistenti personali o sicurezza.

Non è un caso che i dispositivi per la smart home abbiano guadagnato la scena dell’ultimo Ces 2021: innovazioni come aspirapolvere i-robot, luci intelligenti solo per citarne un paio. Si tratta di un trend che sempre più pone il benessere della persona al centro della tecnologia, nel centro delle case.

Come rileva Alberto Bastianon, Presales Director Dell Technologies Italia, proiettandosi in avanti, verso un mondo ibrido dove le case devono essere comodi hub centrali e le città si devono evolvere per salvaguardare la nostra salute post-Covid, le innovazioni IoT diventano fondamentali.

Alberto Bastianon, Presales Director Dell Technologies Italia

E tutto questo si traduce in una maggiore richiesta di soluzioni di edge computing.

Che si tratti di migliorare la sicurezza degli edifici, l’automazione domestica o la gestione delle risorse della città, ma anche il controllo da remoto di impianti e apparecchiature, la domanda di elaborazione in tempo reale a bassa latenza è alta.

Di conseguenza, parallelamente all’aumento esponenziale dei dati e del traffico di rete, si amplia il mercato dell’edge computing: secondo MarketsandMarkets è destinato a crescere del 34% entro il 2025: da 3,6 miliardi di dollari nel 2020 a 15,7 miliardi di dollari nel 2025.

Edge computing, niente di nuovo

Se si volge lo sguardo verso tutti i dispositivi iperconnessi che costellano con la loro presenza la vita quotidiana, è facile lasciarsi trasportare dall’immaginazione. La verità, osserva Bastianion, è che l’edge computing non è poi così nuovo.

Dieci anni fa i primi fax server avevano portato vecchi capisaldi della tecnologia da ufficio nell’era digitale: qualcosa che di fatto era una tecnologia edge.

La differenza ora è che c’è una convergenza di tecnologie mature che accelerano il nostro progresso verso le velocità di connettività 5G. Ed è questo che è entusiasmante.

L’edge computing è strettamente legato a un altro componente del cloud ibrido e conferisce alle imprese l’opportunità di capitalizzare su servizi basati su container o micro-servizi più piccoli e portatili con server modulari.

Questo riduce la distanza tra il punto di elaborazione e il punto di consumo delle funzionalità all’interno della rete.

Inoltre, soddisfa le esigenze dell’elaborazione dei dati time-critical consentendo servizi affidabili in tempo reale, dove anche un secondo di ritardo nella risposta sarebbe inaccettabile.

L’edge computing fornisce anche una latenza più bassa in modo che i carichi di lavoro più pesanti possano essere elaborati a maggior velocità.

Per esempio, lavori che richiedono analisi basate su intelligenza artificiale e azioni in tempo reale, come all’interno di un veicolo autonomo o di un sistema di sicurezza domestica, godranno importanti benefici dall’elaborazione localizzata.

Nel frattempo, l’opportunità di trasferire ciò che in precedenza sarebbe stato un data center di server, strutture di raffreddamento e bricks-and-mortars in un micro data center mobile, collocato più vicino agli utenti, per l’elaborazione time-critical, trova un senso sia operativo sia finanziario.

In definitiva, le opportunità di edge computing avranno successo dove sono più necessarie.

In quanto componente dell’hybrid cloud, osserva Bastianon, l’edge computing è l’ultimo pezzo del puzzle. Il data center on-premise rimane la soluzione ottimale per la gestione dei dati più sensibili e meno time-critical. Le strutture di facility in colocation ospitate in edifici completamente gestiti e i cloud service provider continuano ad avere il loro ruolo chiave nel mix del cloud. Per avere successo, le aziende che vogliono ottimizzare i loro servizi digitali, innovando nelle smart home e nelle smart city di oggi e di domani, dovranno imparare a trarre vantaggio da tutto il portafoglio di offerta disponibile.

Edge computing e il 5G

Non solo l’edge computing consente applicazioni tecnologiche più reattive, affidabili e human-centred, ma pone anche le basi per sfruttare le potenzialità della connettività 5G.

KPMG, osserva Bastianon, ritiene che il 5G e le tecnologie di edge computing saranno fondamentali per la ripresa economica globale man mano che ci muoveremo verso la fine della pandemia.

Mentre il livello di maturità della rete cresce in tutta Europa, sono quelle con capacità di edge computing che sapranno trarre il massimo vantaggio dalle opportunità offerte dall’alta velocità. Il 5G renderà possibile gestire incredibili quantità di dati machine-to-machine, mentre le tecnologie di edge computing e IoT convergeranno.

Settori come il manufacturing, la sanità e i trasporti attendono con impazienza il pieno sviluppo del 5G e i suoi effetti trasformativi. Rafforzando il processo di digitalizzazione dell’impresa con reti di edge computing si possono ottenere miglioramenti immediati nella produttività e nell’efficienza.

Non trascurabile è anche la possibilità di costruire nuove catene di valore, con nuovi spazi per creare soluzioni e quindi anche occupazione legata ad esse. Benefici che possono poi essere percepiti immediatamente non solo dall’impresa, ma anche da coloro che ne sono i destinatari finali.

 

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