Citrix porta i clienti in centro

La filiale italiana si è traferita a due passi dal Duomo di Milano. Moto a luogo simbolico e funzionale. Lo spiega il country manager, Massimiliano Ferrini.

Citrix probabilmente chiuderà quest’anno fiscale (che coincide con quello solare) fatturando 3 miliardi di dollari nel mondo, confermando così il trend costante di crescita che prosegue senza tentennamenti dal 1996, anno dell’Ipo.

Condizione che ha consentito alla società di investire dal 2004 a oggi 2,6 miliardi di dollari in acquisizioni di tecnologia.

Il 55% del fatturato Citrix oggi viene fatto da soluzioni mobile e di virtual desktop, il 21% dalle attività sulla collaboration, il 24% da quelle su network e cloud.

La novità è che la filiale italiana, guidata dal country manager Massimiliano Ferrini, cresce a un tasso superiore di quello corporate, a due cifre.
E il buon andamento motiva lo spostamento nella nuova sede in centro a Milano, in Largo Augusto, a due passi dal Duomo.
«Ci serve per dar modo a tutti i clienti di raggiungerci facilmente», ha motivato Ferrini.

Stiamo parlando di un sito da 1.000 metri quadri, con cinque sale per incontri con i clienti, tre connessioni in fibra, due wifi, un datacenter con 5 rack, fatto di postazioni di flexible office, ossia abilitate a ospitare lavoratori che fanno della mobility il proprio modus operandi.

Oltre la virtualizzazione
«Anche se il mercato italiano – ha spiegato Ferrini – é indietro di un paio d’anni rispetto quello mondiale sulla virtualizzazione applicativa, per evidenti motivi strutturali nazionali, siamo allineati al mercato mondiale sulla desktop virtualization».

Ma Citrix non è solo virtualizzazione.

I segmenti di attività vanno dalla social collaboration (con l’offerta Go To) al data sharing, dalle piattaforme mobili (Xenmobile) al cloud networking (NetScaler), alle piattaforme cloud.

Interessanti, poi, paiono gli sviluppi in corso in ambito design e progettazione nel Cad 3D in collaborazione con Nvidia.

Ecco allora che il motto aziendale, “cloud solutions to enable mobile workstyles”, sottolineato da Ferrini, trova conferme e le cerca anche nei partner
260, oggi, quelli italiani attivi.
Alcuni storici, altri che si formeranno meglio su cloud e networking, dove si giocheranno le prossime partite.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome