Citrix, gli app store aziendali vanno fatti adesso

Il Byod in azienda è un dato di fatto. Ma le indicazioni che arrivano dal fronte aziendale parlano di una difficoltà a inquadrare il momento gestionale. Ce ne parla Massimiliano Grassi.

La mobility sta trasformando il modus operandi delle aziende in tre direzioni: mobilità della forza lavoro, dei luoghi di lavoro (ridiscussi in ottica di risparmi e di riorganizzazione delle funzionalità), dell’efficacia dei flussi aziendali e dei processi.

Questo è il nuovo mobile workstyle, ci dice Massimiliano Grassi Marketing manager di Citrix, società che ha condotto uno studio con Teh Ambrosetti su 24 aziende italiane, pubbliche e private, per comprendere lo stato dell’arte del fenomeno.

«Noi – ci dice Grassi – per tradizione tecnologica, vediamo l’impatto positivo sulle persone: il nostro offering in ambito mobility poggia su tutti i mattoni che abbiamo creato negli anni, con la virtualizzazione come base fondante del tutto».

Una posizione che sa considerare come la gestione della mobility sia notevolmente cambiata:
«Basta pensare al Blackberry, che 15 anni fa faceva da killer app per la posta elettronica. Dopo è nato un mondo. A metà del decennio scorso è nata l’esigenza di gestire il parco dei device, con la nascita del fenomeno Byod».

L’applicazione va messa al centro

E oggi il Byod è un dato di fatto, esiste. E non riguarda solamente i device, ma anche i servizi applicativi.
Entrambi sono da gestire.
«Noi arriviamo alla mobility dal concetto di rendere l’applicazione disponibile per tutti».

Questa “esplosione” della mobility ha spinto Citrix a fare il lavoro di analisi con Teh Ambrosetti per capire e far capire cosa sta accadendo nei grandi casi italiani di mobility in azienda.

Un lavoro che, si diceva, ha coinvolto 24 aziende pubbliche e private e da cui sono emerse alcune indicazioni valide erga omnes.

Come quella che dice che il device aziendale mobile viene vissuto quasi ancora come benefit per la fascia alta aziendale.
Ma a fronte di un 10% di device mobili classificabili come aziendali, c’è un reale 62% di penetrazione di smartphone in azienda, di proprietà dei dipendenti.

Questa disparità fa capire quanto il contesto di comprensione sia oggettivamente immaturo dal punto di vista della normalizzazione.

L’attesa della norma
La giustificazione che più spesso sul fronte aziendale si dà è che si attende una posizione normativa. I decisori Ict, insomma, per agire stanno aspettando una legge.
Anche se non è chiaro quale sia l’entità più indicata a fornirla, considerati i vari aspetti sul piatto: privacy, sicurezza, compliance.

Quali utilizzi
Allo stato attuale la mobility “ufficiale” viene utilizzata perlopiù per dare accesso a Internet e alla posta elettronica.
Sono poche le app messe a disposizione dall’azienda: gestionali e più per attività di consultazione che transattive.

Chi ha implementato le app di processo vede la mobility come appendice mobile, mentre qualcun altro pensa di modificare i processi incorporando la mobility.

Risulta comunque chiaro che il paragone le abitudini di un utente comune di tablet e smartphone quasi non si pone.

La gestione della mobility

Altro fattore emerso è che non è così chiaro a chi tocchi la gestione della mobility, se all’It aziendale o a un outsourcer, magari un provider di Tlc, che gestisce il device, ai servizi speciali per conto dell’Hr o a chi altro.

Lo si capisce dal fatto che 9 realtà su 24 del campione non hanno una gestione dei device.

La buona notizia, rileva Grassi, è che il 40% vuole dotarsi di una struttura di gestione, per sicurezza, funzionalità, costi.

Cosa deve fare Citrix di fronte a questo scenario?

Con il proprio stack infrastrutturale costruito negli anni può allineare la rivoluzione in atto dal basso con gli obiettivi aziendali e di business, spiega Grassi, favorendo innovazione e trasformazione, anche pensando al workstyle.

Che è un modo per dire che gli app store enterprise non sono più procrastinabili, al netto degli agognati chiarimenti del quadro normativo.

E allora è chiaro sia che la gestione della mobility deve toccare all’It, sia che chi ha già fatto la virtualizzazione desktop è di gran lunga avanti nel percorso.

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