Ca Technologies: non è mai troppo tardi per una governance vera

Chi trova e attua il modo per conoscere meglio il datacenter e i servizi erogati fa il bene futuro dell’azienda. Ne parliamo con Vincenzo Messina.

In merito a che uso fare oggi del datacenter in azienda Vincenzo Messina, Customer Success architect di Ca Technologies ha le idee chiare: «per essere efficace deve innovarsi. Il punto allora è far partire una vera governance, che dal singolo progetto procede sino a dare risposte alle due cose che contano: come si guardagna efficienza, come si investono le risorse».

Finora cosa è accaduto?

Che nelle aziende si è andati avanti con tanti piccoli cambiamenti, semplici.

Difficile, quindi, calcolarne il Roi?

Anche no, ma il gioco vale la candela in questi termini? Il calcolo richiede tempo e risorse. E se non hai messo in piedi una governance, da che dati cominci? Chi investirebbe mai nel reverse engineering di quanto esiste per fare un calcolo globale del Roi di un datacenter esistente? Probabilmente cominciare a ragionare in questi termini implica la possibilità di fare scelte non tattiche con Roi attesi a sei mesi ma di medio termine, dove la misurazione abbia veramente senso. Meglio allora cominciare a lavorare costruendo misurazioni sulle nuove iniziative e, semmai, via via includendo il consolidato.

Ma quanti sono i datacenter in Italia? O quantomeno quelli che raggiungete con la vostra offerta?

Qualche centinaio. Dato basato su una stima di clienti enterprise che inidirizziamo direttamente che hanno spesso più di un datacenter e di clienti di fascia immediatamente più in basso, che possono averlo o no e che indirizziamo attraverso i nostri partner. Ci sono poi alcuni provider che sono finora sfuggiti al nostro vaglio poichè hanno costruito i datacenter sulla duplicazione di ambienti piccoli, dedicati ai loro singoli clienti Pmi e che magari ora si stanno ponendo il problema di consolidare le risorse nel cloud.

Insomma, gli Msp sfuggono al controllo…

Sì, e sarebbe interessante capire quanti sono, come operano, quando e se decidono di consolidare la loro infrastruttura.

Chi sono i detentori dei datacenter a cui vi rivolgete?

La nostra offerta tradizionalmente rivolta alle imprese medio grandi, da qualche tempo si sta aprendo anche alle Pmi, agli operatori emergenti e, appunto, agli Msp. I business tradizionali possono beneficiare di quella che abbiamo definito la crescita evolutiva verso virtualizzazione e cloud, che si fonda su un concetto di crescita organica del datacenter dagli ambienti tradizionali a quelli evoluti. Contemporaneamente chi opera una scelta totalmente innovativa può sviluppare direttamente applicazioni e datacenter in cloud sfruttando la tecnologia Ca Applogic. Oggi, da un punto di vista pratico, il problema non è più prevalentmente tecnologico ma organizzativo e di contenuti.

E chi ne provvede alla gestione è orientato a innovare?

Più si invecchia e più ci si accorge che la tecnologia da sola non basta. Chi ha in mano l’It, le operations, tende a essere conservativo. L’innovatore non va cercato fra questi, ma fra quei Cio che lavorano intimamente con il business e con gli It manager che fanno virtualizzazione, ma non si fermano all’aspetto del contenimento dei costi di esercizio e vanno oltre.

Oggi quali competenze professionali devono avere le aziende nel datacenter per fare private cloud?

Niente di realmente nuovo rispetto alle tematiche che già conosciamo, tuttavia, cambiando il contesto, alcune acquistano maggiore rilevanza rispetto al passato. Nel cercare di innovare, partendo da quanto già si ha in casa, occorre concentrarsi sulla gestione del processo di trasformazione e appoggiarsi a chi ha competenze specifiche per l’esecuzione tecnica. Occorre avere internamente capacità e strumenti per governare l’evoluzione ma l’obiettivo deve essere di cogliere il più possibile il valore senza caricarsi di tutti gli oneri del possesso. Una volta avviata una infrastruttura in cloud con l’aiuto di esperti, le competenze interne dovrebbero potersi concentrare sul suo sfruttamento e non sul suo esercizio.

Qual é la tecnologia o la soluzione si cui il responsabile del datacenter deve pensare a investire nel breve periodo?

La cosa peggiore che possa succedere a chi deve quotidianamente prendere decisioni importanti su cosa fare e cosa non fare, su quali servizi tenere e quali dismettere, su decidere cosa gli rende e cosa invece è solo un costo, è dover prendere queste decisioni senza una base di dati oggettivi e di supporti decisionali. Come chi voglia competere non può investire indiscriminatamente sulla vettura ma deve anche dotarsi di sistemi per misurare risultati e progressi e valutare l’efficacia ed efficienza degli investimenti. Analogamente, nell’It, in periodi in cui le scelte sono cruciali occorre avere strumenti per registrare i risultati attesi, la strategicità delle iniziative, i costi, livello di raggiungimento dei risultati attesi. In altre parole occorre una governance forte. Abbiamo anche capito che affrontare il tema della governance in modo piatto spaventa per impatto e costo ma è un passaggio inevitabile mano a mano che la forbice fra necessità di ridurre i costi ed aumentare i profitti si divarica. Per i progetti sulle nuove tecnologie, sperimenterei inizialmente su ambienti nuovi progetti per guadagnare esperienza e confidenza, poi controllerei il Roi, ed è qui che la governance entra in gioco, per capire quanto mi costa realizzare e dove sono più strategico. Magari in SaaS.

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