Bea leader negli application server negli Stati Uniti

La società californiana capitalizza i frutti dell’impegno manifestato sul fronte Linux anche se perde posizioni in ambito Sun Solaris.

26 luglio 2004

Bea guarda ancora Ibm dall’alto nel mercato statunitense degli application server, forte soprattutto delle performance ottenute sul fronte Linux. Questo è quanto emerge da una ricerca rilasciata nei giorni scorsi da Idc.
Secondo il report, Bea nel 2003 ha contribuito a generare il 30,6% del fatturato statunitense dei server logici, Ibm si è attestata al 27,6% e Oracle al 17,4%.

Idc chiarisce, altresì, che Bea vanta un’ampia leadership nei segmenti Unix e Linux, sottolineando in particolare che il codice sorgente del server logico WebLogic gli consente di girare su praticamente tutti gli ambienti, che è poi quello che richiede il mercato.
Tuttavia, l’analista ha anche sottolineato che il fatturato realizzato dalla casa californiana sul sistema operativo Linux non è cresciuto a sufficienza per compensare la contrazione del giro d’affari sperimentata dalla società sul fronte Unix. Negli ultimi due anni, infatti, Bea ha ridotto progressivamente il suo interesse nel business legato a Solaris, piattaforma che, in precedenza, rivestiva un ruolo preponderante all’interno della sua offerta, per focalizzarsi sui sistemi Intel based.

Secondo Idc, il mercato degli application server è, oggi, piuttosto stanco, tuttavia la quota di mercato di Bea si è ridotta del 4,3%, a vantaggio dei concorrenti diretti Ibm e Oracle, cresciuti rispettivamente del 6,4 e dell’11,2%.
L’analista chiarisce che le performance di Ibm sono state favorite dal rilascio di Domino e dei prodotti WebSphere Express.

Lo scorso maggio, Idc aveva rilasciato un report dal quale emergeva che, al contrario, sul fronte dei server logici J2Ee, Ibm era saldamente in testa, con il 23,2% del fatturato realizzato nel 2003, contro il 26,3% di Bea.

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