Spamming: un problema anche per le aziende

Yahoo! lancia una campagna di sensibilizzazione dell’utente finale, mentre negli Usa si valutano anche gli impatti economici

23 maggio 2003 L’occasione è rappresentata
dalla prima edizione dello European antispam day. L’obiettivo
da un lato è sensibilizzare l’utenza sui problemi legati allo spamming,
dall’altro presentare servizi, prodotti e iniziative a supporto della campagna.

Stiamo parlando di Yahoo!, che ha fissato il 22 maggio come
giornata per lanciare una serie di iniziative non solo nei principali Paesi
Europei ma anche in Australia e Stati Uniti. Lo scopo dichiarato è avvicinare
gli utenti a tematiche quali sicurezza e privacy, rendendoli consapevoli anche
dei rischi connessi a un basso livello di attenzione.
Naturalmente, al di là
delle finalità educative, la giornata ha anche lo scopo di presentare la
nuova versione di SpamGuard 3, la tecnologia antispam
sviluppata da Yahoo!, che consente di ridurre in modo significativo la quantità
di messaggi spam ricevuti nelle caselle di posta elettronica.
In realtà, al
di là della certo lodevole iniziativa di Yahoo!, il discorso dello spamming è
molto più complesso e investe problematiche ben più ampie della singola casella
di posta.
Nel presentare la sua iniziativa, Yahoo! ha reso noti alcuni dati
estrapolati da alcune ricerche condotte negli Stati Uniti. Secondo un’analisi di
Ferris Research, datata gennaio 2003, negli Stati Uniti il
30% dei messaggi inviati via mail è spam e di questo spam oltre
il 20% non è adatto a un pubblico minorenne.
Secondo Jupiter
Research
, invece, nel 2002 negli Stati Uniti ogni utente ha
ricevuto circa 2.300 messaggi pubblicitari non richiesti
(il che
equivale a una mail su tre) cifra che potrebbe raggiungere quota 3.700 nel giro
di 4 anni.
Non che l’Europa stia meglio, visto che nel giro di un paio d’anni
lo spamming potrebbe raggiungere una media di 30 messaggi al giorno per ciascun
utente.
Non che l’Italia stia meglio, visto che proprio il nostro Paese
risulta ai primi posti per la generazione di spam.
Ma tutto questo ha impatti
pesanti anche per le aziende.
Ancora Ferris Research parla di 8,9
miliardi di danni nei soli Stati Uniti, mentre una ricerca di The Age parla di
20 miliardi di dollari di danni in tutto il mondo.
E i costi per
abbatterlo? Peggio ancora: 88 milioni di dollari nel 2002, che diventeranno 180
nel 2006.
Tutto questo, mentre ancora nel nostro Paese si sta valutando quale
forma dare a una legislazione contro lo spamming, che vada oltre quanto già
previsto dalla legge sulla privacy, che considera comunque abuso ogni invio di
messaggi non autorizzati.
 




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