WorldCom, non è ancora finita

Salgono a quota 7,15 i miliardi di dollari che ‘non tornano’ nei bilanci del colosso Usa che, appellatosi al Chapter 11 e ottenuta l’amministrazione controllata, ha trascinato al ribasso le Borse di tutto il mondo

12 agosto 2002 È di 7,15 miliardi di
dollari, e non 3,85 come preventivamente annunciato, il buco nei conti di
WorldCom. Un’ulteriore revisione interna, dopo quella dello scorso 25 giugno,
avrebbe svelato una serie di nuove maggiorazioni indebite del margine operativo
lordo riferite agli esercizi 1999, 2000, 2001 e al primo trimestre del 2002 dei
bilanci societari.
Ma non è finita qui. Già appellatasi al Chapter 11
della legge fallimentare statunitense, che consente il ricorso
all’amministrazione controllata, WorldCom ha fatto sapere che l’importo
delle irregolarità potrebbe aumentare via, via che l’esame dei conti andrà
avanti. Mentre sono attese probabili svalutazioni in bilancio per 50,6 miliardi
di dollari di asset intangibili e avviamento nell’ambito della revisione dei
conti degli ultimi tre esercizi, compreso quello in corso. E ora, entro il
prossimo 14 settembre, la Securities and Exchange Commission statunitense
attende una dichiarazione giurata – firmata da John Sidgmore e da John S. Dubel,
rispettivamente neo eletti Ceo e direttore finanziario di WorldCom -, con la
quale verrà certificata la veridicità dei bilanci della ‘nuova’ società, passata
alla storia come il peggior caso di frode finanziaria. 

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