Usa: dopo la paura si contano i danni anche per l’It

Le analisi di Computer Economics, Forrester, Gartner, Idc, J.P Morgan, Pacific Crest Securities, Yankee Group rivedono al ribasso tutte le previsioni precedentemente rilasciate. Gli unici comparti che vedranno crescere la domanda saranno Internet security e videoconferenza

Come abbiamo avuto già modo di sottolineare nei giorni passati, sono molte le
società di ricerca e di analisi che, a pochi giorni dagli attentati a New York e
Washington, non solo fanno il punto della situazione, ma cercano anche di
delineare gli scenari futuri.


Vediamo dunque quali sono i principali indicatori, partendo da una stima dei
danni subiti dall’intero comparto It.
Secondo la società di analisi e
ricerche Computer Economics, la ricostruzione dell’area del Wtc
a New York costerà – in infrastrutture, prodotti, servizi – non meno di 18,5
miliardi di dollari e richiederà come minimo due anni di tempo. Di questi 18,5
miliardi, almeno 6 saranno necessari per ricostruire un’infrastruttura dati e di
comunicazione realizzata nel corso degli anni, mentre 8,1 miliardi serviranno per
sostituire workstation, pc, server e apparati di rete.


Le cifre della ricostruzione, tuttavia, non serviranno ad arginare situazioni
di difficoltà che diversi comparti del mercato It finiranno per incontrare. E
non si tratta solo del mercato consumer, colpito, come abbiamo già avuto modo di
sottolineare in un’altra occasione, da un effetto-sfiducia. Si assisterà, almeno
nelle previsioni degli analisti, a una sorta di effetto-domino di portata poco
prevedibile. E non è un caso che tutti, da Idc a Gartner, da Forrester fino
all’italiana Assinform, stiano in questo momento rileggendo al ribasso le
previsioni di fine anno già rilasciate.


Stando a quanto abbiamo avuto modo di leggere in questi gironi, gli unici due
settori che in qualche misura “beneficeranno” (se così si può dire) della
contingenza, saranno da un lato quello della security e dall’altro quello della
videoconferenza. Nel primo caso, secondo Forrester Research,
aziende quali Ibm, Rsa Security e Counterpane Internet Security avranno molte
più richieste di quante riusciranno a gestire da parte di aziende che, in
seguito agli attentati, iniziano a considerare l’Internet security molto più
seriamente di quanto fatto in passato.
Nel secondo caso, invece, si tratta
di un effetto immediato, determinato sia da fattori psicologici sia da fattori
contingenti. Secondo Yankee Group di Boston, molte aziende
stanno in questo momento riducendo drasticamente i viaggi, specialmente aerei, e
le trasferte dei propri dipendenti. Ciò porterà come effetto immediato a una
crescita del 10% nella domanda di prodotti e servizi di videoconferenza.

Concorda su queste osservazioni anche Gartner Dataquest,
che sottolinea come la domanda, a parte gli interventi di ricostruzione, si
orienterà in modo specifico verso la consulenza, la teleconferenza e il
potenziamento delle infrastrutture di rete.


Ma queste finiscono per essere le due uniche note positive in uno scenario
decisamente negativo. Secondo Idc, infatti, gli investimenti in
It a fine anno registreranno un incremento del 7,9% rispetto al 2000, laddove
solo un paio di mesi fa la società parlava di crescite ancora a due cifre,
dell’ordine dell’11%. L’effetto-terrorismo si ripercuoterà anche sul 2002, con
una crescita dell’8,5% che dovrebbe ritornare sopra il 10% non prima del 2003.


Male, anzi malissimo, per il comparto software. In questo caso sono concordi
società di analisi quali J.P Morgan o Pacific Crest
Securities
, secondo le quali i grossi contratti in genere siglati nell’ultimo
trimestre dell’anno, sono in questo momento bloccati. In questo caso a
far da deterrente non è solo la sfiducia, ma ancora una volta la sospensione dei
viaggi di lavoro. La definizione di contratti e progetti molto complessi, sostengono
entrambe le aziende, richiedono numerosi incontri de visu che è
impossibile sostituire con la medesima efficacia con la videoconferenza. Per di
più, le aziende di software saranno coinvolte in misura minore nelle attività di
ricostruzione: l’hardware distrutto deve essere sostituito con hardware nuovo,
ma per quanto riguarda il software, nel quadro di contratti di licenza multipli,
si tratta semplicemente di reinstallarlo sulle nuove postazioni.

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