La lotta contro i terroristi passa anche per la Rete

A fronte dei recenti avvenimenti, il Senato degli Stati Uniti ha consentito l’impiego di Carnivore, software che permette di controllare tutte le comunicazioni attraverso Internet. In subbuglio anche il web italiano per il timore che siano avviati controlli in stile Usa

A due giorni
di distanza dagli attentati di Washington e New York, il senato Usa ha dato
l’ok per l’utilizzo del sistema di sorveglianza Carnivore che ha il compito di
controllare le comunicazioni che passano per Internet.


Installato dall’Fbi presso i provider americani, Carnivore fa parte del
pacchetto di misure prese per favorire le indagini e contrastare eventuali nuovi
attentati. La notizia dell’arrivo del sistema di sorveglianza ha messo in
agitazione anche il web italiano dove in molti paventano la possibilità di
controlli sul tipo di quelli organizzati dall’Fbi.


La paura è cresciuta dopo dichiarazioni come quelle di Alessandro Luciano,
commissario dell’authority delle Tlc, secondo il quale «la necessità di
restrizione di alcuni diritti e libertà fondamentali, propriamente giustificata
e proporzionata in relazione a obiettivi di pubblica sicurezza, deve essere
applicata anche al cyberspazio».


Secondo Dario Forte, esperto di sicurezza, «allo stato attuale non è
possibile introdurre Carnivore in Italia». Al di là degli aspetti tecnici, che
comporterebbero problemi di tipo architetturale e di frammentazione del mercato
visto il grande numero di piccoli provider presenti in Italia rispetto ai big
player degli Usa, lo scoglio vero è rappresentato dagli aspetti giuridici. In
Italia vige infatti un sistema di norme più restrittivo rispetto a quello degli
Usa che è stato modificato proprio in questi giorni.


«Le autorizzazioni della magistratura – precisa Forte – sono incompatibili
con controlli massivi». In pratica, un conto è tenere sotto osservazione le
comunicazioni di un singolo che si sospetta sia collegato a qualche attività
illecita, un altro è invece controllare a priori tutte le comunicazioni dei
milioni di persone che quotidianamente si scambiano messaggi in rete. E il
problema da tecnico diventa politico. Può e vuole il governo Berlusconi passare
per un esecutivo che diminuisce le libertà personali?

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