Software usato: in regola e senza compromettere il budget It

È la via indicata da Corrado Farina (nella foto), country manager per l’Italia della tedesca ReLicense.

Ormai è noto. Utilizzare software privo di licenza espone le aziende a una serie di rischi, purtroppo non sempre correttamente percepiti dagli utenti.
A ricordarlo è Corrado Farina (nella foto), country manager per l’Italia della tedesca ReLicense, attento a portare all’attenzione i dati di una recente ricerca condotta da Bsa che, nel perimetro dei propri compiti di associazione nata in contrasto al fenomeno della pirateria informatica, sottolinea come tra i rischi maggiormente percepiti dagli utenti vi siano soprattutto gli accessi non autorizzati da parte di hacker e la perdita dei dati aziendali.

Ancora una volta, in Italia più che altrove, dietro alla presenza in azienda di softwareillegale” ci sarebbero ragioni economiche tali da far percepire, sostiene Farina, come eccessivo il costo delle licenze dai responsabili It, già ostacolati da non poco elaborati modelli di licensing in commercio.

E a comprova di quanto detto, il manager richiama le stime Forrester secondo cui il costo del software rappresenterebbe, in media, il 34,9% del budget It di un’azienda ma anche un “sentire comune” che vorrebbe i software vendor attivi nel rendere disponibili sul mercato solo le versioni più recenti e, quindi, più costose dei propri pacchetti, «quando la gran parte delle funzionalità effettivamente necessarie – ricorda Farina – vengono spesso soddisfatte anche dalle versioni precedenti».

Da qui a registrare disparità, anche notevoli, tra le quantità di software regolarmente acquistato e quello fisicamente installato in azienda il passo è breve e scarsamente ostacolato dal rischio di sanzioni economiche che queste stesse aziende corrono, nel caso venisse accertata la loro posizione di irregolarità amministrativa.

Ma se nemmeno il rischio di multe, anche sostanziose, funge da valido deterrente, e il risultato di alcuni programmi di delazione a beneficio di chi segnala gli utenti che fanno uso di software pirata è ancora tutto da valutare, vale la pena di ragionare su una serie di evidenze incontrovertibili.

Le aziende e i privati che utilizzano software privi di licenza vanno, infatti, incontro a rischi operativi legati all’impossibilità di accedere alle patch previste per i prodotti genuini, nonché a tutti i rischi amministrativi del caso.
In molti casi, ricorda ancora l’interlocutore di ReLicense, è l’helpdesk stesso dell’azienda cliente a doversi occupare di supporto e assistenza, e avere prodotti non originali amplifica la gestione delle problematiche che possono presentarsi.

Scarsamente sicuri e poco efficienti sul fronte tecnico e su quello amministrativo, questo genere di software costringono, inoltre, i team It a distrarsi dal proprio core business aziendale.

Diverso sarebbe percorrere una via alternativa e in cui ReLicense è direttamente coinvolta, vale a dire fare riferimento al software di seconda mano, detto abitualmente “usato”.

Come suggerito da Farina: «Esistono versioni precedenti di pacchetti ben noti perfettamente funzionali per un utilizzo comune, si pensi a Office 2007»
Ma benché si tratti di un indubbio modo per mettersi in regola senza compromettere il budget spesso risicato destinato alle soluzioni It, si tratta ancora di una pratica relativamente poco nota sul nostro mercato, più diffusa nel centro Europa.

Tuttavia, l’accento è soprattutto sulla “legalità” stabilita dalla sentenza della Corte Europea di Giustizia del 3 luglio 2012 secondo la quale, chi compra e rivende software usato sul mercato aziendale è tenuto a fornirlo completo di tutta la relativa documentazione che fa capo alle licenze trasferite.
«Chi acquista da un dealer specializzato che segue queste procedure – conclude il nostro interlocutore – si mette al sicuro da ogni tipo di contestazione a fronte di un esborso decisamente più contenuto rispetto all’acquisto delle versioni più recenti. Il risparmio va dal 30 al 60%, a seconda delle versioni acquistate, con la tranquillità dell’essere in regola, rispettando pienamente ogni tipo di norma legata al copyright».

Alla fine, non è necessario mettere a rischio il proprio budget per garantirsi la tranquillità della compliance. Come giustamente sottolineato, le possibilità ci sono, «spesso e volentieri è sufficiente riflettere e prendere in esame anche le strade meno battute».

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