End user experience nel cloud, semaforo rosso per il monitoring tradizionale

Nell’indagine condotta da Research in Action per Compuware su 468 Cio emerge il bisogno di monitorare e gestire efficacemente applicazioni e servizi cloud-based.

Preoccupati dalla scarsa end user experience e dai costi nascosti del cloud computing, non sono pochi i Cio che si interrogano sul nuovo modello aziendale confermandolo, tuttavia, tra le proprie priorità di investimento.

Indicata come principale trend per i prossimi cinque anni l’integrazione fra cloud pubblico, ibrido e privato, la ricerca condotta da Research In Action per conto di Compuware su 468 Cio in giro per il mondo, mostra come ben il 79% di questi si dica preoccupato dai costi nascosti associati al cloud computing.

Dal punto di vista del management tra le preoccupazioni principali figurerebbero una end user experience scarsa dovuta a colli di bottiglia nelle prestazioni, un impatto di prestazioni scadenti sulla percezione del brand e sulla fedeltà del cliente e la perdita di fatturato a causa di scarse disponibilità, performance e risoluzione dei problemi dei servizi cloud.

L’altra faccia del cloud computing
Intenta a esaminare le priorità relative ai progetti e agli investimenti It per il 2013 in corso, l’analisi realizzata dalla già citata società di ricerca indipendente ha mostrato l’altro lato della medaglia cloud.

Nelle aziende di medio-grandi dimensioni attive negli Stati Uniti, in Asia ed Europa, i responsabili dei sistemi informativi interpellati non hanno posto l’attenzione esclusivamente sui benefici apportati dal nuovo modello aziendale.

Oltre ad agilità, flessibilità e time-to-value viene, infatti, considerato anche il nuovo approccio che le caratteristiche dinamiche e di gestione remota che le applicazioni cloud-based richiedono.

Affinché il monitoraggio completo e proattivo non identifichi solo i problemi legati alla end user experience, ma fornisca anche diagnostiche dettagliate per la risoluzione dei problemi occorre, infatti, un approccio nuovo, rapido e automatico.

Specie quando l’81% dei 468 Cio interpellati afferma di star già usando piattaforme e-commerce cloud-based o pianificando di farlo nei prossimi 12 mesi, ma ben il 73% degli stessi starebbe usando ancora metodi datati per tracciare e gestire le prestazioni di un’applicazione business critical come il commercio elettronico.

Se l’applicazione è business-critical, la sola disponibilità non basta
Ancora una volta, per una realtà come Compuware, che fa dell’Application performance management di nuova generazione la propria bandiera, suonare l’allarme sui sistemi di monitoraggio tradizionale diventa un obbligo.

A quanto pare, infatti, la metrica più comune usata per tracciare le performance nel cloud sarebbe la semplice disponibilità o uptime, piuttosto che metriche più dettagliate come il response time, il page rendering time e lo user interactivity time.

Peccato che il cloud sia utilizzato sempre più per le applicazioni business-critical, e che monitorare efficacemente e gestire le applicazioni e i servizi cloud-based richiede un nuovo approccio che funzioni nei moderni ambienti complessi, ibridi e dinamici.

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