Il cloud si pesa con le prestazioni dell’infrastruttura

Un test di Tolly Group offre il destro a Dimension Data per sottolineare come le performance di rete siano un elemento centrale. Brunero: le applicazioni critiche devono poter contare su una banda efficiente.

Dimension Data dà notizia che un test indipendente condotto  a maggio da Tolly Group dimostra come i suoi cloud server Public Compute-as-a-Service abbiano evidenziato elevate prestazioni per quanto riguarda le valutazioni di Cpu memoria, storage e networking.

Il senso della cosa, rimarca il Line of Business Manager Data Centre Solutions and Cloud di Dimension Data, Enrico Brunero, è sottolineare l’importanza delle prestazioni nella determinazione del costo reale di una soluzione di cloud computing.

Il test di Tolly Group parla di velocità di elaborazione, di trasferimento in memoria, a accesso ai dati e throughput di rete.

Il peso del network
Tutti elementi che per Brunero confermano la bontà della scelta di Dimension Data, «quando decise di costruire un’infrasatruttura cloud network centrica e non server centrica. Scelta che ha pagato in termini di prestazioni critiche da offrire all’enterprise».

Il cloud ha fame di workload
Il fatto è che ancora oggi sul cloud le aziende non portano i workload critici: «perché vedono il public cloud meno affidabile di quello privato».
Ma soprattutto perché non riescono a imboccare il giusto approccio, che è, spiega Brunero, quello volto a valutare le prestazioni:
«noi eroghiamo prestazioni Gigabit Ethernet bidirezionali, per database o application server che devono colloquiare. E se la banda infra datacenter è limitata, le prestazioni ne risentono. Ecco perché noi puntiamo su una banda allargata».

Banda no limits
Il riferimento, nemmeno troppo velato, è ad Amazon, che a detta di Brunero aggiungerebbe trigger per limitare la banda: «così non si invoglia a mettere su cloud le applicazioni critiche».

In futuro, invece, la massa critica del cloud la dovranno fare quelle aziende che ci metteranno le business application, consapevoli di avere una struttura centrata sulla rete, a scalabilità lineare.

Dove emerge il system integrator
Brunero prende posizione anche sul tema del do it yourself, che connota il cloud, ma anche lo limita.

«Se sul cloud ci metti i servizi commodity è chiaro che non evolvi. Il do it yourself è lontano dai workload complessi. Dimension Data è storicamente un system integrator, che fa anche il cloud provider. Ha le persone e la conoscenza per aiutare la aziende a fare il cloud giusto. E affidabile».

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